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Liber-ando sotto l'ombrellone

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Estate significa anche avere più tempo libero, e per molti è un’occasione per dedicarsi alla lettura.

Ecco, quindi, 2 titoli utili per una lettura “riflessiva” ma leggera sotto l’ombrellone.

 

 

“Profondo come il mare leggero come il cielo”

 

Gianluca Gotto è ormai una “garanzia” quando si parla di crescita personale e riflessioni sul senso dell’esistere.

E questo libro è semplicemente una testimonianza di vita: in queste pagine Gotto racconta la sua esperienza con la depressione e descrive il suo cammino di rinascita interiore attraverso il buddhismo e la meditazione.

Lo definirei un “libro coccola”, nel senso che può arrivare al momento giusto nella vita di chi ha smarrito un senso, di chi lotta con un malessere interiore o di chi vive l’esperienza di un lutto.

Ricco di temi importanti che spaziano, appunto, dal senso della vita e della morte, alla spiritualità e alla consapevolezza di sé, è un testo che, a mio modesto parare, non ci dà chissà quale riflessione nuova o esilarante.

Ci permette, però, di tirare fuori aspetti che possediamo già dentro di noi, ma che ci dimentichiamo correndo da una parte all’altra della vita. E ce li mette davanti agli occhi entrando in punta di piedi, costringendoci quasi a fermarci per restare in silenzio ad ascoltarli.

Ammiro la capacità che l’autore ha di trattare tematiche anche complesse con una semplicità che rasenta quasi la tenerezza, con una delicatezza che si rivela paradossalmente molto molto potente.

 

3 COSE CHE HO IMPARATO DALLA LETTURA DI QUESTO LIBRO:

 

1. Tutto è mutevole

 

Leggere certi passaggi mi ha aiutato molto in un momento difficile della mia vita e mi ha permesso di fissare ancora di più dentro di me una verità molto importante: tutto è mutevole e dobbiamo vivere accettando e abbracciando questa consapevolezza.

Il libro è ricco di riferimenti alla morte e al senso del vivere, e la lettura che Gotto fa della morte come “cambio di forma” mi è risultata molto utile nel processo di elaborazione di un lutto personale.

Morte come cambiamento, non come cessazione di un qualcosa. Morte come un esserci diverso, che assume contorni diversi, che non è fine ma trasformazione.

E questo senso di mutevolezza può estendersi a tutto ciò che viviamo: le nostre emozioni e sensazioni cambiano, il nostro corpo cambia nel tempo, il modo di pensare cambia, le relazioni si trasformano inevitabilmente. E invece di generare angoscia e instabilità, questa consapevolezza mi ha permesso di inserire tutto questo in una sorta di “disegno” che ti fa sentire parte di un tutto anche se non riesci ad afferrarlo molto bene con le parole.

 

2. Scava la tua montagna

 

Altra bellissima immagine che mi porto dietro da questa lettura è quella della montagna. Per i più l’immagine della montagna significa scalata, “elevazione” dal basso verso l’alto, e fatica nel farlo.

Qui questa immagine viene sovvertita in maniera mirabile passando dallo “scalare” la tua montagna allo “scavare” la tua montagna: non si tratta tanto di passare da un “sotto” ad un “sopra” con fatica e difficoltà, ma di stare dentro. E, in tal senso, cambia anche la percezione che ne deriva, perché non è più un riferirci ad un qualcosa fuori da noi che dobbiamo raggiungere, ma ad un qualcosa che è nascosto dentro di noi e che dobbiamo scoprire.

Scavare la tua montagna significa trovare dentro di te le risposte che cerchi, stare nel qui ed ora di quello che senti attraversandolo senza scappare, non avere timore di scendere in profondità ed entrare in contatto profondo con te stesso/a.

 

3. Esistiamo solo nel qui ed ora

 

Un po’ in continuazione con il punto precedente, un tema caro a Gotto è proprio quello della meditazione intesa come percorso e processo di consapevolezza di sé che presuppone il fermarsi stando con tutte le sensazioni che viviamo nel qui ed ora.

Torna, quindi, il riferimento all’importanza del vivere davvero il momento presente qualunque esso sia e in qualsiasi modo si manifesti: all’inizio lui ci racconta che voleva scappare dalla sua tristezza, sedarla con i farmaci o con la frenesia del fare. Ad un certo punto, però, Gotto capisce che questa non è la strada giusta, e si rende conto che deve “solo” stare con i suoi mostri.

Esistiamo solo nel qui ed ora, questo è un dato di fatto: il passato è passato e il futuro non esiste ancora. Purtroppo, però, siamo spesso programmati per anticipare il futuro, corriamo per fare programmi più o meno a lungo raggio, non ci godiamo ciò che stiamo facendo perché stiamo già pensando alla prossima cosa da fare.

L’invito che questo libro ci fa è, invece, quello di fermarsi e di stare adesso, non domani. Anche se ciò che sentiamo è scomodo. Anzi, proprio perché ciò che sentiamo ci fa male abbiamo ancora più bisogno di stare.

 

Citazione preferita

 

“Non è la verità a doversi rivelare. Siamo noi a doverla cercare con occhi diversi, più consapevoli. Con un ascolto che non riguarda le orecchie, ma il cuore. Con una mente vuota di domande senza risposta, dubbi esistenziali e scetticismo. La mente di bambino sa qual è la verità pur senza saperla spiegare”

 

 

“Restare in piedi tra le onde”

 

Testo divulgativo di psicologia, “Restare in piedi tra le onde” è un manuale di auto aiuto sui temi della regolazione emotiva e delle emozioni in genere.

Gennaro Romagnoli è uno psicologo e psicoterapeuta divenuto ormai famoso nel mondo online e non per il suo progetto Psinel, un progetto di crescita personale a tutto tondo che si rivolge alla popolazione trattando varie tematiche psicologiche in maniera scientifica ma semplice.

Tutto questo si è trasformato diversi anni fa in un podcast oltre a tutta una serie di proposte di corsi, libri di testo e video di varia natura.

Nello specifico, questo testo si rivolge al vasto pubblico, “traducendo” i dati delle ricerche scientifiche e le maggiori teorizzazioni sulle emozioni rendendole fruibili ai non addetti ai lavori. 

Ricco di esercizi e spunti di riflessione, può essere utile a chi vuole lavorare sulla gestione emotiva e vuole acquisire maggiore consapevolezza sulle sue emozioni e su come regolarle. Nel testo è descritto il “metodo” che il Dott. Romagnoli propone, chiamato RADE, basato su dei passaggi utili per approcciare la nostre emozioni in maniera funzionale.

R sta per riconoscere i segnali che il corpo ci manda quando proviamo una data emozione; A sta per accettare l’emozione senza evitarla; la D rimanda alla parola distanziamento, nel senso di non identificazione con l’emozione stessa ma di “osservazione da fuori” del proprio moto emotivo per affrontarlo alla giusta distanza; infine la E ha a che vedere con l’espressione delle nostre emozioni, imparando a farlo nel modo più funzionale e integrato possibile.

Molto utile, appunto, come testo di divulgazione rivolto ai non addetti ai lavori, credo che possa essere una valida risorsa per chi si interessa della propria crescita personale e vuole acquisire ulteriori strategie per vivere meglio e con più consapevolezza la propria vita.

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO DALLA LETTURA DI QUESTO LIBRO:

 

1. Surfare l’emozione

 

Il libro esprime un concetto ormai divenuto di dominio comune, ma che fa sempre bene riprendere: le emozioni non vanno evitate ma “cavalcate”.

La metafora del mare e delle onde è sempre molto utile per figurarsi ciò che succede quando proviamo delle emozioni. Immagina l’emozione come una specie di onda che fa una sorta di percorso dentro di te. Parte piano, aumenta sempre di più fino a raggiungere un picco, e poi si esaurisce naturalmente dissolvendosi a riva.

Le emozioni sono paragonate alle onde anche in termini di intensità, nel senso che il mare a volte può essere calmo e le onde possono muoversi in maniera dolce, mentre altre volte il mare è in tempesta e le onde sono alte e minacciose.

Surfare l’emozione ha a che vedere con l’attraversarla: evitare la tua emozione non ti aiuterà a gestirla; accoglierla e viverla così com’è, invece, ti darà un senso di padronanza ed efficacia personale utile per la gestione dell’emozione stessa.

 

2. I valori come “regolatori naturali” delle emozioni

 

Uno dei “segreti” alla base della regolazione di cui ci parla Romagnoli è proprio quello dei valori. Se impari, cioè, ad ascoltarti e ad individuare qual è il tuo “motore” nella vita, potrai canalizzare ciò che senti indirizzandolo verso la realizzazione di un tuo valore.

Per farti un esempio, se per te un valore è quello della famiglia anche se ti arrabbi quando i tuoi figli fanno i capricci, il valore in sé potrà aiutarti a non perdere la bussola urlando disperato/a ma canalizzando la tua rabbia in maniera funzionale nel rapporto con te stesso/a e con i tuoi figli, rispettando entrambi.

Tenere a mente i propri valori e lavorare per vivere lasciandosi ispirare da essi è un potente antidoto contro la dis-regolazione emotiva. A questo si lega anche la possibilità di “usare” ciò in cui crediamo per tirare fuori degli stati emotivi positivi che ci aiutino a gestire la tempesta emotiva quando si verifica.

Per riprendere l’esempio precedente, se in un certo momento sono furiosa con i miei figli il punto non è non esserlo, quindi sostituire la mia rabbia che so con la tenerezza, ma sentire la mia rabbia non perdendo però di vista il mio valore di famiglia e di maternità.

Questo mi permetterà di ricordare quanto è importante per me avere una relazione armonica e affettiva con i miei figli e “canalizzerà” la mia rabbia facendomela vivere ed esprimere in un modo più funzionale e maturo.

 

3. Riconoscere le emozioni- sfida

 

Ultimo aspetto che reputo utile fissare tra i messaggi che questo testo mi ha lasciato è quello della “prevenzione”. Romagnoli parla, infatti, di consapevolezza delle emozioni-sfida, intese come emozioni che ci fanno da “trigger”, che viviamo cioè come attivanti in senso problematico o pericoloso per il nostro equilibrio emotivo.

In questo senso, riconoscere quali sono le nostre emozioni-sfida ci permette di attivarci per gestirle in un certo modo prevenendo, quindi, l’insorgenza di stati dis-regolati nei quali facciamo poi fatica a rientrare nella nostra finestra di tolleranza.

Questo può rappresentare un grande vantaggio perché ci fa sentire agenti attivi del nostro benessere emotivo e ci dà un importante senso di fiducia e padronanza che ci permetterà di abbracciare anche le nostre tempeste emotive in maniera attiva e responsabile.

 

 

Citazione preferita

 

“Non si tratta dunque di distrarti con un’altra emozione. Si tratta invece di tenere a mente ciò che è più importante per te in quella situazione specifica”

 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.