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"Non son degno di te"

Inadeguatezza e relazioni di coppia


Qualche post fa abbiamo parlato di una trappola diffusa: quella dell’Inadeguatezza. Questa trappola ti porta a sentirti spesso sbagliata/o, ad avere la sensazione che ti manchi qualcosa e, proprio perché parliamo di una trappola, influenza in maniera non proprio funzionale anche le tue relazioni.

Se non ti stimi e non apprezzi te stessa/o come puoi ricevere e dare amore ad un’altra persona? E’ questo, di frequente, il piccolo grande dramma di chi vive una perenne sensazione di insoddisfazione nei confronti di se stesso: questa “difettosità” contagia le relazioni, e ti spinge a comportarti con gli altri in un modo tale da rinforzare l’immagine stessa che hai di te.  

 

La relazione come “teatro” della nostra interiorità

Come abbiamo appena detto, tendiamo a “mettere in scena” quello che siamo nei rapporti con gli altri: se ci sentiamo insicuri e inadeguati è questo ciò che faremo vedere di noi, con la possibilità di essere esposti a critiche o di essere ancora di più sottovalutati e svalutati. Se ci sentiamo superiori agli altri tenderemo ad approcciarci in maniera arrogante e distaccata, suscitando magari reazioni di ostilità. Se siamo sicuri e sereni, trasmetteremo tutto questo e ci rapporteremo agli altri valorizzando sia noi stessi sia chi ci sta accanto.

Se hai delle difficoltà di natura relazionale è possibile che la tua trappola sia attiva e che tu non te ne stia rendendo conto. Ti è mai capitato di circondarti solo di persone che hai considerato “più sopra” di te? Di essere attratta/o da persone impossibili o che ti trattano male? Di essere esageratamente gelosa/o?

Hai rinunciato ad avere delle relazioni per paura di non essere in grado? Ti è mai successo di criticare continuamente il tuo partner pensando che, di fatto, non valga poi granchè e perdendo interesse per lui/lei dopo poco tempo? Questi solo alcuni dei modi con cui si manifesta la trappola dell’Inadeguatezza.

A questo proposito, il testo “Reinventa la tua vita” (di cui ho già parlato in precedenza) ci dà delle utili indicazioni per vedere come le strategie di coping che usiamo per “rispondere” alle nostre trappole si manifestano anche nel nostro modo di entrare in relazione e nel tipo di relazioni che instauriamo.

 

Inadeguatezza e relazioni di coppia

Proprio perché il maggiore teatro della trappola dell’Inadeguatezza sono le relazioni, voglio parlarti proprio dei 3 modi tipici di entrare in relazione di chi ha questo tipo di trappola.

 

“In amore vince chi fugge”

Prendo a prestito questo detto famoso, perché il primo meccanismo che potresti adottare nelle tue relazioni di coppia per fronteggiare l’Inadeguatezza è proprio l’evitamento. Tendi a scappare dall’intimità e dall’idea di mostrarti realmente per quello che sei. Chiaramente non è che lo fai di proposito: si attiva, più o meno inconsapevolmente, un pensiero del genere: “siccome sono sbagliata/o, è meglio tenere nascosta a tutti questa verità e fare in modo che nessuno mi scopra”.

Questo si traduce nel totale evitamento relazionale e nella chiusura, che ti spinge a non legarti a nessuno e restare da sola/o per far si che le tue “mancanze” non vengano fuori. Oppure, potresti mettere in atto l’evitamento circondandoti di relazioni brevi e superficiali, legate magari solo ad aspetti erotico-sessuali che esulano da intimità e quotidianità.

Anche se ne soffri sei, paradossalmente, più a tuo agio con chi mette delle maschere a sua volta, con chi non si sbilancia mai e mantiene un atteggiamento di distacco e freddezza. Magari sei attirata/o proprio da chi non sembra minimamente interessato a te o è, per qualche motivo, impossibile da raggiungere. In questo modo il tuo evitamento è “giustificato” e puoi continuare a reiterare il tuo schema senza problemi. 

Tutto ciò che è privo di maschere o intriso di spontaneità ti fa paura perché potresti essere vista/o per quella/o che sei. E siccome non ti piaci minimamente, questo non è tollerabile per te. Venire allo scoperto significherebbe mostrarti anche fragile, bisognosa/o, o in cerca di affetto: una “minaccia” troppo grande per te.

Tendi anche ad essere molto attenta/o a “fiutare” il rifiuto o la critica, con la conseguenza di stare sempre un po’ in allerta in attesa di essere attaccata/o o già nella posizione dell’attacco. Questa chiusura ti porta ad essere diffidente per natura e, quindi, è molto difficile che pur avendo un disagio tu chieda aiuto. Tendi, in qualche modo, a risolvere tutto evitando di vedere e facendo finta che il problema non esista.

 

“Fai di me quello che vuoi”.

Se ti metti in posizione di resa tendi, invece, a fare un po’ da “tappetino”. Ti circondi di persone prepotenti e abusanti in senso sia reale che figurato, che non ti valorizzano e manifestano il loro affetto, anzi il contrario. Ti fai trattare male perché pensi che sia giusto così, ti sminuisci nella relazione e davanti al partner perché sei davvero convinta/o che l’altro abbia sempre la meglio su di te. Rinunci, di conseguenza, ad affermare i tuoi bisogni e necessità perchè sei la prima persona a reputarli senza valore.

Tendi a fare molti confronti con gli altri: confronti dai quali, ovviamente, esci spesso sconfitta/o, andando a rinforzare ancora di più il tuo senso di inadeguatezza. Sentirti “di meno” rispetto agli altri potrebbe suscitare dentro di te sentimenti di rabbia o risentimento nei confronti di te stessa/o in primis, ma anche del partner. Sei, infatti, convinta/o che si stancherà presto di te e, quasi come reazione, tendi ad essere gelosa/o e possessiva/o.

Hai bisogno di continue rassicurazioni sull’interesse dell’altro, motivo per cui potresti far sentire pressato chi ti sta accanto e, quindi, portarlo ad abbandonarti riconfermando il tuo schema disfunzionale. Di fronte alle critiche, anche se bonarie e fondate, tendi ad abbatterti molto e a prendere tutto come una prova del tuo scarso valore.

Convivere con questo senso di “fallimento relazionale” ti porta ad essere spesso triste, demoralizzata/o, frustrata/o o arrabbiata/o: e può succedere che decidi di chiedere aiuto perché provi un intenso disagio, (spesso acuito dagli eventuali abusi relazionali che subisci) unito, però, alla voglia di mantenere una relazione e di ricevere amore.  

 

“Prostrati ai miei piedi”.

Terza modalità con cui puoi manifestare la tua inadeguatezza all’interno delle relazioni è la strategia dell’ipercompensazione. Tendi ad invaghirti di persone che, nel momento in cui cedono alle tue avance, poi non ti intrigano più come prima? Sei portata/o a conquistare qualcuno che reputi “sotto” di te, per poi iniziare a criticarlo trovando ulteriori prove del suo scarso valore?

Questi meccanismi sono spesso inconsapevoli, e quello che si attiva è un po’ questo: la convinzione negativa “se mi vuoi bene vuol dire che non vali abbastanza” ti porta ad allontanare proprio chi ti vuole bene o ti manifesta accoglienza e rispetto. Questo pensiero non può essere tollerato in maniera diretta e diventa qualcosa tipo “non sei degna/o di me, sei inferiore e, per questo, ti tratto male”.

Un aspetto fondamentale che, infatti, va a caratterizzare chi usa la compensazione è la critica, spesso esagerata e non contestualizzata, verso il partner: parliamo di persone arroganti e distaccate, portate a giudicare gli altri in maniera massiva, che pensano di avere sempre ragione e di essere sempre i migliori. Dietro questa fortezza c’è, in realtà, un grande senso di difettosità, vergogna e inferiorità che viene, appunto, trasformato nell’esatto opposto.

Di solito, se hai questa trappola arrivi a farti aiutare solo quando la tua relazione è in serio pericolo, perché l’altro non ne può più e ti mette con le spalle al muro dicendoti che se non cambi ti lascia.

 

Come mettere in scacco l’Inadeguatezza nelle le tue relazioni

Ribadisco anche qui che se non sei disposta/o a metterti in gioco sarà difficile che le tue relazioni migliorino e che il tuo disagio si mitighi. Leggere qualche spunto di riflessione senza, poi, farlo diventare vita vissuta non ti porterà alcun risultato. Puoi, però, iniziare a fare attenzione a dei piccolissimi aspetti che, se messi in pratica, possono già facilitarti nel tuo modo di entrare in relazione con il partner.

Un lavoro su te stessa/o e la tua relazione è fondamentale per fare un salto di qualità. Intanto ti lascio qui 7 punti su cui riflettere, e da cui partire per iniziare a prenderti cura di te.

 

·         Non scappare dalle relazioni positive.

Sia se usi la strategia dell’evitamento, sia se tendi a mettere in atto la resa o la compensazione, spesso ti ritrovi a non essere attratta/o dalle persone che ti trattano bene. Anzi più ti senti rispettata/o più tendi a fuggire perché, probabilmente, hai sempre respirato aria di critica e svalutazione. Sei, paradossalmente, più a tuo agio con queste cose perché, nel dramma di tutto questo, le conosci di più.

Allenati, invece, ad accettare i gesti di affetto e rispetto che ti capita di ricevere: può essere una buona palestra per imparare che anche tu vali e sei degna/o di attenzioni positive.

·         Impara a chiedere.

Proprio perché senti di non essere all’altezza, tendi ad assecondare gli altri e a non manifestare le tue necessità e i tuoi bisogni. Impara a chiederti: “Di cosa ho bisogno? Quali sono le mie necessità in questa relazione? Cosa mi manca?”. E, una volta che ce l’hai chiaro, manifestalo all’altro, cercando di non temere il rifiuto o la critica. Se il tuo partner ti ama davvero ti ascolterà. Se non lo fa, probabilmente lo hai scelto perché non fa altro che rinforzare la tua trappola: chiediti allora quanto, alla lunga, questo può esserti utile.

·         Esponiti di più.

Non avere paura di essere te stessa/o e di mostrarti per quello che sei. Di solito, questo passa prima da un percorso di accoglienza e accettazione della tua persona: se mi accetto così come sono, anche nelle mie fragilità, posso migliorarmi ma, soprattutto, posso permettermi di farmi vedere senza maschere.

Se non sei ancora arrivata/o a questo livello di accettazione (forse non basta una vita per raggiungerlo del tutto!) inizia dalle piccole cose: prova a vedere come ti fa sentire mostrarti, per esempio, senza trucco davanti la tuo partner. O, magari, guarda cosa provi quando eviti di “pesare le parole” o quando fai un qualcosa di getto solo perché hai voglia di farlo. E’ molto probabile che ti sentirai più libera/o.

·         Sviluppa più consapevolezza nella relazione.

Se vai alla cieca nella tua relazione è molto difficile che qualcosa potrà cambiare. Impara a renderti conto di come agisci all’interno della tua relazione, di che strategie di coping usi, delle reazioni che il tuo partner suscita dentro di te in determinati momenti, di come si manifesta nello specifico la tua trappola nella tua vita.

Potresti, per esempio, fare mente locale rispetto alla tua storia relazionale: da che tipologia di persone sei stata/o attratta/o in passato? Ritrovi tratti comuni con la tua storia attuale? Ci sono delle dinamiche che, secondo te, si ripetono? Se inizi ad essere più consapevole di te stessa/o hai fatto già la metà del lavoro.

·         Smetti di farti trattare male.

Se hai la trappola dell’inadeguatezza potresti avere la tendenza a non farti rispettare dal partner, in casi più estremi potresti essere vittima silente di abusi di varia natura. Impara a dire di no. Metti alla prova la tua capacità di opporti e far valere i tuoi diritti. Non sottometterti partendo dal presupposto che l’altro è ok e tu non sei ok.

All’inizio non sarà facile, ma prova a chiederti “come mi comporterei in questa situazione se sentissi di valere e avere il diritto di esistere?”. Rispondi alla domanda e prova a comportarti di conseguenza, anche se non ti viene per niente spontaneo. Provaci e osserva come ti fa sentire.

·         Creati aspettative meno rigide su te stessa/o e gli altri.

Una delle difficoltà maggiori che vedo nelle coppie è rappresentata dal fatto che si fa fatica a tollerare la “manchevolezza” propria e altrui. E’ molto più facile, quindi, puntare il dito contro se stessi o contro l’altro (a seconda dello stile di coping), focalizzandosi su tutto quello che ha disatteso le aspettative o che non ha confermato un ideale di perfezione, spesso irrealistico e utopico.

Impara a ironizzare dei tuoi errori e di quelli altrui: alleggerisci invece di appesantire, togli pressione invece di aggiungerne.

·         Elimina le critiche.

In continuazione al punto precedente, prova ad essere meno critica/o verso il partner. Sei hai adottato lo stile dell’ipercompensazione sarai spinta/o a vedere sempre ciò che non va, a mortificare l’altro per sottolineare le sue mancanze, a sottolineare quanto non è alla tua altezza.

Ok, prima di farlo pensaci meglio: prova a trasformare il tuo istinto alla critica gratuita in qualcosa che può essere più utile per l’altro. Se il comportamento del tuo partner per qualche motivo non ti sta bene puoi trovare dei modi più funzionali per farglielo notare senza ferirlo, non credi?

 

Questa breve carrellata di spunti termina qui, adesso lascio a te la palla.

Sei disposta/o a prenderti cura di te stessa/o e delle tue relazioni?

 

Come di consueto, ti lascio qualche spunto di lettura utile:

-    “Reinventa la tua vita” di Jeffrey Young e Janet Klosko.

-    “I sei pilastri dell’autostima” di Nathaniel Branden.

-    “Relazione di coppia efficace” di Patty Howell e Ralph Jones.

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.