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"Chi sei tu?"

Trovare il tuo Perchè per definire chi sei


Questo periodo di isolamento ci ha messo fortemente alla prova.

Tutto si è fermato mentre, invece, i nostri pensieri e le nostre emozioni hanno iniziato a galoppare a grande velocità.

Ma, verso dove stanno andando? Sento dire spesso che nulla sarà più come prima, e credo sia vero. 

Non sarà come prima perché noi non saremo più quelli di prima. E lo dico, paradossalmente, concependo il tutto come una grossa fortuna.

Stiamo iniziando ad andare oltre, a chiederci il senso, magari scoprendo che in quel “prima” eravamo già felici e non lo sapevamo, realizzati anche in quella che chiamavamo insoddisfazione.

E, allora, ecco che fa capolino una timida domanda: “Chi sei tu?”. Chi sei tu dopo quello che è successo? Cosa ti porti da questa esperienza? Che cosa stai imparando da questa prova?

Non sempre siamo capaci di definirci o, forse, la reputiamo solo una cosa da crisi adolescenziale. Forse non ci siamo mai chiesti davvero chi siamo e abbiamo preferito lasciarci vivere, magari seguendo dei percorsi già scritti senza farci domande. O, forse, il senso che un tempo abbiamo trovato è andato perso lungo il cammino della vita, e non ci siamo mai presi la briga di andarlo a ritrovare.

Adesso siamo tutti davanti ad una nuova crisi, adolescenti e non: una crisi che ci porta, si spera, a chiederci dove stavamo andando prima che arrivasse e dove intendiamo andare adesso. Una crisi che diventa opportunità per ascoltare il silenzio di questo isolamento forzato, e generare vita nella morte, sicurezza nella paura, energia nella grande stanchezza.

Chi sei tu? Me lo chiedo spesso da un po’ e, allora, ho pensato di lasciare anche a te che mi leggi la possibilità di fare un viaggio al tuo interno per provare a scoprirlo.

Perché, ricordatelo sempre, l’unica casa che devi abitare è quella che hai dentro di te.

 

Il Perché come vocazione

 

Penso che prima di definire chi sei devi cercare il tuo grande Perché. Ognuno di noi ha il suo Perché, te lo garantisco. E ci vuole solo uno sforzo più o meno grande per andarlo a tirare fuori.

Il tuo Perché ti definisce, proprio perché ti anima. E’ quella sorta di spinta che ti fa alzare dal letto al mattino, quel senso primario dal quale derivano, poi, i tuoi valori e i tuoi “Come”.

Prova a vedere il tuo grande Perché come una sorta di vocazione. Se andiamo a vedere l’etimologia del termine, questa parola significa chiamata, ma non per forza chiamata nel senso religioso del termine: mi piace pensarla come una “voc-azione”, cioè una chiamata all’azione, una spinta forte di significato sulla base della quale poi agisci.

Ho ripreso in mano da poco un libro di Simon Sinek, di cui presto ti parlerò, che racconta proprio del trovare il proprio Perché e di come farlo. Si inserisce in una cornice totalmente diversa da quello che è l’intento del mio articolo, ma voglio prendere a prestito alcuni concetti che credo possano aiutarci oggi in questa esplorazione.

Il Perché è il nucleo profondo del tuo essere al mondo e, proprio per questo, è l’elemento che ti definisce di più. Appartiene alla dimensione più emozionale del nostro vivere, prima ancora della razionalità e della parola e, non a caso, può essere difficile definirlo se prima non ti fermi un attimo ad ascoltarti.

Potremmo intenderlo come una sorta di “collocazione nella vita”: se comprendi cosa ti anima, quali sono per te le cose importanti, perché scegli di agire in un modo piuttosto che in un altro, prendi una posizione, cioè occupi uno spazio all’interno del tuo vivere quotidiano.

E, in questa collocazione nella vita, ci sei come Persona che esiste, ma anche come Persona che agisce. Allora, come sostiene Sinek, possiamo dire che dentro il tuo grande Perché c’è il tuo essere (quindi la tua identità), ma anche il tuo fare, cioè l’impatto che il tuo Perché ha sul mondo.

Se ci pensi, dentro la vocazione è insita sempre una relazione: se segui la tua vocazione, il tuo grande Perché, dai un contributo alla vita. E, di conseguenza, anche al mondo e alle Persone che ti circondano: quindi, ti poni in relazione.

Non a caso Simon Sinek ci dice di provare a racchiudere il nostro Perché in una frase che suona all’incirca così: “Fare _______ Per ________”. Questo, tradotto, vuol dire cerca qual è il contributo che puoi dare alla vita (il fare) e fai attenzione all’impatto che questo contributo può avere sulla vita stessa (il per).

In pratica, non è ciò che fai a definirti, ma il perché lo fai. Se, per esempio, ti definisci un medico empatico, una mamma amorevole, un panettiere attento alla qualità delle tue materie prime, devi andare a vedere da dove arrivano queste definizioni, che contributo dai alla vita con il tuo modo di fare e, soprattutto, perché lo fai.

Capisco che puoi vedere questo discorso come troppo “filosofico” e, magari, un po’ lontano dal tuo vivere di ogni giorno. Non riesco a rendertelo più semplice di così, e spero di essere riuscita un minimo a passarti qualche concetto importante.

Adesso provo a darti qualche spunto più “pratico” per iniziare a trovare il tuo grande Perché, iniziamo!

 

Trova il tuo Perché

 

Come puoi trovare il tuo Perché? La cosa che mi viene di getto è: partendo dall’humus! L’humus è la terra, intesa come le tue radici, la tua storia, semplice o complicata che sia. Ed è proprio dal tuo passato che devi partire per andare a comprendere, nel bene e nel male, ciò che sei oggi.

Sei il frutto di ciò che è stato, delle Persone che hai incontrato, delle esperienze che hai fatto: è tutto questo che, vuoi o non vuoi, ti ha reso chi sei oggi e ti ha permesso, nonostante tutto, di arrivare fino a qui.

Con questo discorso non ti sto dicendo di “benedire” o di ringraziare per tutta la sofferenza che, magari, hai provato nella tua storia (questa è una roba troppo “alta”, anche se non del tutto sbagliata, ma non mi permetto di entrare nel merito...), ma ti sto dicendo di trarci, almeno, un qualche insegnamento che ti può essere utile. Questo per fare sì che il tuo dolore o la tua difficoltà non sia stata vana.

Infatti, prendendo sempre a prestito il contributo di Sinek a riguardo, ti dico di ripercorrere la tua storia andando alla ricerca di almeno 5/6 eventi che, positivi o negativi che siano, ti hanno in qualche modo segnato. Attenzione, però, qui non ci interessa la narrazione del fatto: devi partire dalla narrazione per andare a trovare la valenza emozionale dell’evento.

Come già detto nel paragrafo precedente, il Perché arriva dalla parte più profonda di noi, è legato alle strutture cerebrali più arcaiche, che sono poi quelle connesse alle emozioni (sistema limbico e company) e, perciò, quello che ti serve è chiederti come ti ha fatto sentire quella situazione che hai vissuto.

In che cosa gli eventi che ti vengono in mente sono diversi e speciali rispetto a tanti altri simili che puoi aver vissuto? Chi o che cosa ha contribuito a renderli così forti emotivamente? Cosa ti hanno lasciato? Qual è l’impatto che quegli episodi hanno oggi nella tua vita?

Una volta che hai identificato dei “momenti chiave”, prova a vedere se possono essere accumunati da dei temi principali, come degli anelli di congiunzione che ti permettono di trovare dei punti in comune tra i tuoi eventi di vita. Anche qui, prova a rintracciare 5/6 temi prevalenti e, poi, scegli quelli per te più rilevanti.

Provo a farti un esempio concreto: se alcuni eventi importanti della tua vita sono legati al fare del volontariato, essere paziente, fare da supporto agli amici nelle difficoltà e via dicendo, il tema comune può essere, ad esempio, quello della disponibilità nei confronti di chi ti sta accanto.

Il passaggio successivo è quello di creare quella che Sinek definisce la dichiarazione del Perché. Vai, cioè, a completare la frase che ti ho scritto sopra: “Fare _______ Per _____”.

Nel mio banale esempio questo può diventare “Sono disponibile con gli altri perché voglio fare sentire loro che non sono soli”: magari, in questo caso, gli eventi significativi a riguardo sono stati delle situazioni in cui qualcun altro ti ha fatto sentire la sua presenza. O, viceversa, ti ha segnato quella volta che hai sentito in modo così forte e devastante la tua solitudine tanto da riprometterti di non far sentire chi ti sta accanto come ti sei sentita/o tu.

In teoria, la dichiarazione del Perché dovrebbe essere una sola, cioè devi riuscire a trovare un punto comune in tutti i temi che vengono fuori, un punto che li racchiuda e li riassuma tutti.

Quei temi che, per forza maggiore, resteranno in più potrai trasformarli nei tuoi “Come”.

I “Come” sono un po’ dei corollari del tuo “Perché”: possiamo intenderli come dei “modi” che danno compimento al tuo Perché, che in qualche modo lo realizzano. Cioè, se per esempio il tuo “Perché” è la disponibilità verso gli altri, uno dei tuoi “Come” può essere quello della presenza attiva per i tuoi figli.

Infine, il tuo “Che cosa” rappresenterà ciò che tu fai nel concreto per realizzare il tuo “Perché”  e i tuoi “Come”: quindi, sempre per continuare sull’esempio, il tuo “Che cosa” sarà chiedere ogni giorno ai tuoi figli come stanno a livello emotivo, o cosa si portano dentro dalla giornata passata a scuola.

 

Ti metto qui il famoso schema del “Cerchio d’oro” di cui parla Sinek proprio per darti l’idea di quello che ti ho appena raccontato, e ricordati che va appunto letto dall’interno verso l’esterno: 

 

Definisci chi sei

 

All’inizio di questo post ho esordito dicendo che per definire chi sei una strada è quella di partire dal tuo grande Perché, e spero di averti fatto capire come farlo attraverso gli spunti del paragrafo precedente.

Adesso, posto che tu sia riuscita/o a trovare il tuo Perché, prova a focalizzare la tua attenzione proprio sui vari “Come”. Puoi farlo andando un po’ a ruota libera, cioè provando a darti tutte le possibili “etichette” che ti vengono in mente quando pensi alla tua Persona. Se non hai trovato prima il tuo Perché questo si tradurrà, quasi sicuramente, in etichette “di facciata”: e quando uso il termine facciata non intendo riferirmi al fatto che sei falsa/o.

Qui intendo dirti che, la maggior parte delle volte, alla domanda “Chi sei?” siamo portati a rispondere con i vari ruoli che rivestiamo: che ne so, mamma, insegnante, avvocato, operaio e via dicendo. E questo è ok, non fraintendermi. Ma, riprendendo il discorso di prima, questo riguarda lo strato più in superficie di chi sei, legato appunto al “Che cosa” fai.

Allora, inizia con l’aggiungere intanto degli aggettivi che ti aiutino a definire meglio la tua etichetta: sei un mamma amorevole? Un operaio preciso? Un medico scrupoloso? Questo per aiutarti a passare da un piano superiore ad uno un attimino più profondo.

Immagina sempre i cerchi concentrici che ti ho messo sopra ma, questa volta, parti dal compilare i cerchi più esterni con le varie “etichette” di ruolo che puoi collegare alla tua Persona, per poi andare più nel profondo man mano che ti avvicini al centro.

Sarebbe ancora meglio se, trovando prima il tuo “Perché”, lo potessi scrivere al centro dei cerchi, andando poi a compilare le varie circonferenze con i tuoi vari “Come” che vanno a definire chi sei davvero.

Poi, trasforma tutto ciò che hai scoperto di te in azioni concrete: cosa fai in pratica per realizzare oggi ciò che senti di essere? Quali sono le azioni, guidate dal tuo Perché e dai tuoi Come, che metti in pratica ogni giorno? Infine, guarda con onestà se trovi delle discrepanze in merito, e correggi il tiro se lo senti utile per la tua vita.

Ti riassumo tutto quello che ho scritto in punti, in modo da renderti il lavoro più facile:

 

  • Ripercorri la tua storia personale, andando alla ricerca di almeno 5/6 eventi che, positivi o negativi che siano, ti hanno in qualche modo segnato.
  • Trova il valore emozionale di quelle situazioni: cosa hai provato? come e in che cosa ti hanno segnato?
  • Rintraccia dei punti in comune tra i tuoi eventi di vita. Quali sono i temi principali che puoi recuperare a partire dalle situazioni più significative che hai vissuto? Anche qui, prova a trovare 5/6 temi prevalenti e, poi, scegli quello per te più rilevante.
  • Crea la tua Dichiarazione del Perche: vai, cioè, a completare la frase “Fare _______ Per _____”.
  • Trasforma i temi avanzati nei “Come” che vanno a dare compimento al tuo Perché.
  • A partire dai “Come” che hai identificato, trova delle definizioni che caratterizzano la tua Persona, affiancandoci degli aggettivi (madre amorevole, operaio preciso, sorella paziente...).
  • Trasforma tutto ciò che hai scoperto di te in azioni concrete: cosa fai in pratica per realizzare oggi ciò che senti di essere? Infine, guarda con onestà se trovi delle discrepanze in merito, e correggi il tiro se lo senti utile per la tua vita.

 

 

Spero che in questo momento di difficoltà questo post ti possa essere di qualche utilità per fare chiarezza e, come sempre, ti lascio qui degli spunti di lettura anche sul tema dei valori e dei significati:

Trova il tuo perché”, di Simon Sinek.

Ikigai”, di Bettina Lemke.

Quaderno di esercizi per imparare l'arte della gratitudine” di Yves-Alexandre Thalmann.

La trappola della felicità” di Russ Harris.

 

 

 

  

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.