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Liber-ando "Imparare l'ottimismo"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Questa settimana voglio parlarvi di un libro molto conosciuto, scritto da Martin Seligman, considerato il padre della psicologia positiva. “Imparare l'ottimismo” è un libro per gli addetti ai lavori, che si presta bene anche per essere letto da chi non è propriamente del settore. Attraverso l'analisi di ricerche effettuate in tutto il mondo su ottimismo, pessimismo e impotenza, Seligman ci mostra i “vantaggi” di una modalità di pensiero ottimista e di uno stile esplicativo positivo, portandoci a focalizzare l'attenzione sull'importanza del nostro atteggiamento mentale verso la vita. 

Carico di esempi concreti e di spunti di riflessione ancora attuali nonostante non sia un libro recentissimo, il testo ci aiuta a capire la differenza tra ottimismo e pessimismo, regalandoci una “base” da cui partire per imparare a collocarci in una delle due categorie. Chi ha uno stile ottimista attribuisce ad eventi negativi cause esterne, temporanee e specifiche. Viceversa, chi è pessimista tende a vedere gli eventi avversi come dovuti a cause interne, generalizzate e stabili.

Oltre questo, l'autore analizza in maniera precisa e puntuale i “rischi” di un'interpretazione negativa della realtà: rischi che culminano nella depressione e nello stress. Uno stile attributivo ottimistico, infatti, diminuisce la possibilità di rispondere agli eventi stressanti negativi con un senso di impotenza e rinuncia, alimentando meccanismi di coping più funzionali. Martin Seligman ci fa riflettere, quindi, su quanto ciò che noi impariamo ad aspettarci da noi stessi e dagli altri può determinare la nostra esperienza emozionale del mondo e il nostro modo di gestire la vita.

Ancora, gli effetti del pensiero positivo (che, come vedremo, non vuol dire vedere tutto rosa) vengono registrati in diversi contesti in modo da dare un resoconto vario e sfaccettato: lavoro, genitorialità ed educazione, sport, salute, politica. Infine, oltre a darci degli ottimi spunti di riflessione, il testo ci permette anche di mettere le “mani in pasta”: vengono, infatti, forniti dall'autore degli strumenti concreti per provare a passare da un approccio alla vita pessimistico ad uno più ottimista.

 

4 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

-                Ciò che si apprende si può modificare.

Dalla lettura del testo mi porto un senso di speranza, nel senso che è stato chiaramente dimostrato che ognuno di noi può diventare ottimista. Gli studi che Seligman ha fatto sull’ottimismo sono partiti proprio da quelli sull’impotenza appresa: egli si rese conto che come si apprende l’impotenza, si può imparare anche l’ottimismo.

Come qualsiasi altra facoltà, l’ottimismo è un qualcosa che si può apprendere e allenare, su cui ognuno può lavorare per migliorarsi. L’autore ci dà, infatti, delle indicazioni pratiche su come modificare le nostre cognizioni in merito agli accadimenti della vita e all’immagine che abbiamo di noi stessi, in modo da sviluppare maggiore ottimismo e positività.

 

-                Ciò che fa la differenza è come leggi la tua realtà.

A prescindere da quello che può succedere nella tua vita, hai la possibilità di scegliere come interpretare gli eventi. E questo può davvero fare una grande differenza. Seligman parla, appunto, di stile esplicativo: con questo termine ci riferiamo alle “spiegazioni” che noi diamo a noi stessi in merito a ciò che ci accade.

Se, per esempio, sbagli a fare una specifica cosa, potrai attribuire le cause alla stanchezza, alla poca dimestichezza con il compito o alle condizioni avverse. In questo caso, credi che il fatto di aver sbagliato questa volta non vuol dire che non sei capace: sei, quindi, in grado di leggere la vita in maniera più ottimistica. Se, viceversa, pensi che non sei capace di fare nulla, che questo fallimento è solo l’ennesima prova della tua incapacità e che, anche esercitandoti, non cambierà nulla, possiamo dire che hai uno stile esplicativo più pessimistico.

Come si può ben immaginare, se perseguirò uno stile ottimistico sarò portato a riprovare sentendo che ho il potere di fare qualcosa per cambiare la mia situazione. Viceversa, con uno stile pessimistico farò fatica a sentirmi protagonista della mia vita e, molto probabilmente, proverò tutta una serie di stati d’animo disfunzionali che ostacoleranno anche il mio agire. 

 

-             Metti in pratica un ottimismo “flessibile”.

Senza dubbio non è funzionale leggere tutto solo in maniera positiva: Seligman dimostra come un cieco ottimismo possa essere pericoloso al pari di un perenne pessimismo. Un’adeguata dose di pessimismo, infatti, può farci vedere le cose in maniera più realistica e ci aiuta a valutare potenzialità e limiti delle situazioni in maniera spesso adeguata. 

Nel testo viene fatta una distinzione tra ottimismo “buono” e “cattivo”: un ottimismo “buono” ci permette di ponderare le diverse situazioni di vita senza credere ciecamente che tutto andrà bene sempre e comunque. Un ottimismo “cattivo” non ci fa restare lucidi di fronte alle difficoltà, anzi ci può mettere nelle condizioni di fare il passo più lungo della gamba.

 

-                Fai attenzione ai pericoli del senso di impotenza.

L’autore è partito studiando l’impotenza attraverso esperimenti di laboratorio, ed è arrivato a mostrarne i meccanismi sottostanti e ad evidenziare gli effetti che un approccio impotente alla vita può avere. Se ti approcci a te stesso e al mondo pensando che non hai alcun potere e che non puoi fare altro che “incassare il colpo” sei già sconfitta/o in partenza. La vita ti sembrerà ancora più complicata e pesante, e farai molta più fatica a rispondere alle sfide che ti troverai davanti.

Viceversa, imparare ad esercitare il tuo potere personale (che hai eccome!) ti permette di sentirti parte attiva della tua vita, e ti dà la possibilità di avere fiducia nelle tue risorse.

 

 

 CITAZIONE PREFERITA

 

“Generalmente, le emozioni e le azioni non discendono direttamente dalle avversità, ma piuttosto da ciò che si crede riguardo ad esse. Questo significa che gli eventi negativi si possono affrontare meglio se si riesce a cambiare la nostra risposta mentale ad essi. D'ora in poi discuti le tue interpretazioni automatiche. Ogni volta che ti senti avvilito, in ansia o arrabbiato, chiediti cosa stai dicendo a te stesso. Se le tue credenze sono vere, concentrati sul modo in cui puoi cambiare la situazione ed evitare che l'avversità diventi un disastro. Tuttavia, in genere le credenze negative sono distorsioni che devi solo cambiare”.

 

Ora a te la palla, sei più ottimista o pessimista? Cosa puoi fare per migliorarti?

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.