· 

Grazie perchè...

Come esercitare la gratitudine per stimolare la positività


Qualche post fa ho parlato della felicità e ho individuato alcuni piccoli “allenamenti giornalieri” per accrescerla. Tra questi c'era quello di esercitare la gratitudine. Anche questa è una risorsa che può essere coltivata e che può aiutarci a leggere la nostra vita in maniera diversa. E, proprio perchè è ormai accertato che il nostro cervello è plastico e flessibile, più lo fai allenare in questa direzione e meglio è.

Ma che cos'è la gratitudine?

Per me essere grati vuol dire trovare delle cose che già hai, delle risorse interiori che possiedi, dei traguardi che hai raggiunto, delle relazioni che rendono più bella la tua vita e rendertene semplicemente conto.

 

I meccanismi della gratitudine

Se andiamo a vedere cosa dice il Vocabolario Treccani, la gratitudine è un “sentimento e disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ricordo del beneficio ricevuto e desiderio di poter ricambiare”. Per condividere con voi qualche riflessione su che cosa sia questa rivoluzionaria facoltà umana, decido di prendere a prestito alcune parole della definizione che ho appena citato.

 

·   Gratitudine come sentimento: se la gratitudine può essere definita un sentimento avrà alla base delle emozioni più o meno complesse. E’ stato dimostrato che esercitare la gratitudine incentiva il livello personale di emozioni positive e, quindi, alimenta il benessere.

L’abitudine alla gratitudine genera, quindi, una sorta di “circuito positivo”: ottengo, infatti, un miglioramento dell’umore, che mi predispone a provare più emozioni “positive”, le quali favoriscono il rilascio a livello cerebrale dei cosiddetti ormoni del buonumore (dopamina e serotonina) e via dicendo.

Ecco, allora, che la gratitudine potrebbe essere concepita come un “sentimento salvavita” che ci permette di bilanciare con emozioni più funzionali delle emozioni che, invece, sono a volte ostacolanti se non accolte nel modo migliore (sempre sottolineando che non ci sono emozioni “giuste” ed emozioni “sbagliate” e che tutte hanno e devono avere assoluto diritto di cittadinanza!).

·     Gratitudine come “affetto verso”: la pratica della gratitudine ci permette di uscire da noi stessi e di entrare in una dimensione di contatto e relazione. Parliamo di contatto con noi stessi, e quindi di maggiore consapevolezza, accettazione e, conseguentemente, autostima. Di contatto gli altri, perché posso essere grata/o per cose che mi arrivano dagli altri, per delle relazioni e delle occasioni di scambio che mi sono capitate.

Infine, la gratitudine ci permette di essere maggiormente in contatto con il mondo e la vita in         genere: qui entrano in causa aspetti legati alla connessione con la natura, al sistema di significati e valori personali, alla spiritualità.

·   Gratitudine come ricordo: nel momento in cui decido di allenarmi a dire grazie, inizio a ricordare i momenti e i doni che ho ricevuto da me stessa, dagli altri o dalla vita, conquistando via via gradi sempre maggiori di consapevolezza personale e di contatto con il qui ed ora, oltre che con ciò che è stato.

In questo senso, la gratitudine può essere vista come una sorta di fiducia basata sull’esperienza di dono che hai fatto e continui a fare, e basata sul ricordo che rimane impresso nella tua memoria. Richiamare, quindi, alla memoria degli episodi per cui essere grati e imparare a modificare pian piano il nostro stile esplicativo (da ciò che mi manca passo a focalizzarmi su ciò che ho…) ci permette di modificare gradualmente anche le nostre connessioni cerebrali.

·  Gratitudine come desiderio di ricambiare: un approccio grato alla vita alimenta una spirale positiva, proprio perché genera inevitabilmente una modifica comportamentale. Più sperimento gli effetti positivi di una certa pratica, più avrò il desidero di replicarla nella mia vita e nelle mie relazioni. Questa pratica genera, quindi, il desiderio di andare verso qualcosa di più grande di noi, di attivarci nei confronti degli altri e della vita. 

In questo senso, diventa anche rilevante l’aspetto della responsabilità e del potere personale: devi essere tu a scegliere se essere o non essere grata/o, tu a decidere se e quanto vuoi improntare la tua esistenza sulla base di ciò che hai o di ciò che non hai. Sei sempre tu a decidere se restare nell’insoddisfazione perenne o cambiare prospettiva nella tua vita.

 

I vantaggi di dare e ricevere un “Grazie”.

La pratica giornaliera della gratitudine ti aiuterà a vedere la tua vita in maniera meno negativa e riuscirai ad approcciarti alla tua realtà con uno spirito decisamente diverso. Questa abitudine ci permette di lavorare anche su un altro aspetto molto importante per il nostro ben-essere: il significato.

Se sei grata/o per qualcosa sarai più portata/o a trovare i valori che animano il tuo vivere quotidiano (che, poi, non sono altro che le cose che ci fanno stare bene e per cui possiamo ringraziare...).

Tutto questo può riempire la tua vita di significato, dandoti la sensazione di vivere per uno scopo. Potresti accorgerti che la tua vita è importante perchè stai realizzando o donando qualcosa, o perché stai andando verso una precisa direzione (fammi sapere se può interessarti un approfondimento a riguardo!), e questa esperienza alimenterà la tua positività.

Inoltre, essere grati ci permette di regalare un “riconoscimento” positivo e incondizionato a noi stessi, agli altri e al mondo in genere. Sia se siamo noi ad esercitarla direttamente, sia se la riceviamo da qualcun altro, la gratitudine ci permette di alimentare la nostra autostima, perché ci fa sentire riconosciuti dagli altri, ma ci insegna anche a riconoscere noi stessi e ciò che di buono caratterizza la nostra esistenza.

 

Il diario della gratitudine

Se, però, ci caliamo nel quotidiano facciamo fatica a dire grazie, vero? Agli altri ma, forse, soprattutto a noi stessi...Riconoscere delle cose positive negli altri e in noi stessi richiede, all'inizio, molta più fatica semplicemente perchè non siamo abituati. Bisogna, allora, rendere la pratica della gratitudine una vera e propria routine.

Come possiamo fare?

Trova 5-10 minuti di calma in un momento della giornata che per te è più funzionale: devi avere la possibilità di essere concentrata/o, e il più possibile libera/o da urgenze e distrazioni. Per me funziona bene usare per questo lavoro la mattina appena sveglia/o o la sera prima di dormire. Munisciti di un quaderno che dedicherai esclusivamente alla gratitudine e fermati a ripercorrere la giornata che hai trascorso.

Quello che ti chiedo è di scrivere 3 cose per cui sei grata/o.

Sarebbe ideale che trovassi una cosa di te stessa/o (qualità, doti, valori, azioni compiute...), una cosa che hai ricevuto o imparato dagli altri (amici, famiglia, colleghi, sconosciuti...) e una cosa più “universale” legata al mondo e alla vita in generale. Per facilitarti potresti farti domande tipo: <<cosa mi fa sorridere? Cosa c’è di buono in me e nella mia vita? Cosa mi dà conforto? Che fatti o esempi concreti per cui essere grata posso trovare nella mia giornata?>>.

All’inizio di ogni settimana potresti anche ricercare un’affermazione o una frase che ti piace (puoi anche inventarla tu), che ti accompagni in questo percorso e diventi per te uno sprone a continuare.

 

Questo esercizio non ti verrà subito semplice: all'inizio potresti non trovare nulla per cui essere grata/o perchè, magari, pensi che la vita fa schifo, tu non vai mai bene e gli altri ancora peggio...ok, non ti forzare: il senso di questo esercizio non è quello di far finta che tutto sia bello e che il negativo non esista.

Se un qualcosa per te non è positivo sarebbe innaturale trasformarlo per forza in un aspetto della tua vita per cui ringraziare: sforzati, però, di trovare in quell’evento negativo qualche sfaccettatura, anche minima, che può farti dire grazie (senza, per questo, far diventare l’evento in sé da negativo positivo…).

Parti dalle piccole cose (ma non per questo meno importanti!) che trovi nella tua vita: un bagno caldo, il caffè al mattino, parlare al telefono con un amico. Non pensare di dover subito toccare grandi “vette di significato”: parti dal semplice e vedrai che, allenandoti, riuscirai a trovare sempre più cose per cui ringraziare.

La pratica della gratitudine è un percorso, ed è possibile che troverai alti e bassi, momenti in cui sei più in grado di dire “grazie” e momenti in cui proprio non ci riesci. La gratitudine è, infatti, una scelta che si rinnova giorno dopo giorno e, proprio per questo, non può essere né immutabile né prevedibile. Cresce e cambia, come cresci e cambi tu.

 

Ti saluto con una frase di Sonja Lyubomirsky:

“Gratitudine è una parola che abbraccia numerose realtà del mondo: meravigliarsi, apprezzare la vita, vedere il lato positivo delle cose, prendere consapevolezza di tutto ciò che si ha a disposizione, ringraziare qualcuno, rendere grazie a Dio, ritenersi felici di ciò che si ha. E’ assaporare il gusto delle cose, non dare niente per scontato, fare insieme, godere del presente” ….

 

Buona gratitudine!

 

Ecco dei titoli per approfondire:

 “Quaderno di esercizi per imparare l'arte della gratitudine” di Yves-Alexandre Thalmann

  “Quaderno di esercizi di psicologia positiva” di Yves-Alexandre Thalmann

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.