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Ricette di autostima

Come migliorare la stima che hai di te


Sbattere 120 gr. di Potere Personale con 200 gr. di Consapevolezza, fino ad ottenere un composto liscio e spumoso. Aggiungere gradualmente 250 gr. di Accettazione di sé, mescolando il tutto con 150 gr. di Affermazione personale e 80 gr. di capacità di crearsi degli Obiettivi. Mescolare con energia e incorporare 120 gr. di Integrità. Aggiungere Flessibilità, Umorismo e Creatività a piacere. Cuocere per una vita in una teglia imburrata con testa e cuore e conservare in un luogo protetto, ma accessibile.

 

Eccola qui, bella e servita la ricetta dell’autostima. Magari fosse così semplice disporre di questi ingredienti in grande quantità e saperli dosare alla perfezione per fare un buon piatto!

Ho volutamente ironizzato su un argomento che, invece, è spesso drammatico. Mi succede con regolarità di ascoltare racconti di vita vissuta caratterizzati da un senso di manchevolezza, di inadeguatezza perenne che niente può scalfire, di frustrazione e impotenza perché non si riesce ad essere come si vorrebbe. E parte subito la domanda: “cosa devo fare per credere in me stessa/o?”, “come posso avere fiducia nel fatto che anche io ce la farò?”.

Se ci fosse una vera e propria ricetta, magari uguale per tutti, da applicare velocemente e senza sforzi mi piacerebbe quasi sbandierarla ai quattro venti per provare a mitigare l’angoscia degli universi di sofferenza e solitudine che incontro sul mio cammino. Ma questa ricetta non esiste. O meglio, non esiste così come noi ce la immaginiamo: un “segreto” nascosto da scoprire, che basta solo “copiare” per diventare superman.

La verità è che l’autostima è un processo, un qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno da quando nasciamo. Cambia con noi, rimanendo costante o ballerina a seconda di chi siamo e delle esperienze che facciamo. Non è una meta da raggiungere, ma un viaggio quotidiano. Non è una conquista fissa e immutabile, ma una prova e un allenamento continuo. E, cosa forse più importante, è un qualcosa di unico: la mia non sarà mai totalmente uguale alla tua. Io avrò dei modi di sentirmi ok molto diversi dai tuoi.

Detta così sembra quasi che quello dell’autostima sia un concetto inafferrabile e indefinibile, assolutamente soggettivo e privo di obiettività. In realtà, alla base dell’autostima sono state rintracciate alcune componenti ben definite, presenti in percentuali variabili in tutte le persone che hanno una buona considerazione di se stessi. E, se così fosse, andarle a conoscere potrebbe essere un primo passo per provare a svilupparle nella nostra vita.

 

Che cos’è l’autostima

Prendo a prestito la definizione di autostima che ci regala Nathaniel Branden, autore citato di recente in un altro articolo. Egli dice che <<l’autostima è la disposizione a considerare se stessi come dotati della competenza necessaria per affrontare le sfide fondamentali della vita e meritevoli di felicità>>. In questo senso possiamo racchiudere l’essenza dell’autostima in due aspetti fondamentali: la fiducia nelle nostre capacità e il rispetto profondo per noi stessi e per il nostro diritto di esistere.

Se hai una buona autostima non ti senti invincibile o perfetto, ma acquisisci una sorta di fiducia in te stessa/o e nelle tue possibilità, che ti permette di affrontare in maniera diversa le sfide della vita. Quante volte ti è capitato di rinunciare a fare qualcosa perché ti sentivi già sconfitta/o in partenza? O quante volte non hai creduto nelle tue capacità perdendo delle belle occasioni?

Possiamo equiparare questa componente dell’autostima al senso di efficacia: una sorta di convinzione interna che ci fa credere nelle nostre capacità (mantenendo, ovviamente, i piedi per terra!) e nel fatto che possiamo apprendere nuove informazioni per raggiungere i nostri obiettivi. Una sorta di fiducia che ci dà la spinta giusta per perseverare e affrontare le eventuali cadute.

L’altra componente dell’autostima è il profondo rispetto per la propria persona: la convinzione che tu sei importante, che hai un valore a prescindere da quello che fai o non fai nella vita. Che vali e meriti di essere rispettata/o in quanto Persona. Parlo di una specie di “innamoramento” verso te stessa/o: un sentimento che ti porta a darti valore e, per questo, ti fa sentire di meritare di essere felice e di poter soddisfare i tuoi desideri. Questo è molto distante dal narcisismo o da un egocentrismo che non vede altro al di fuori di sé: parlo di una sorta di benevolenza che, in quanto tale, ti permette anzi di andare anche incontro agli altri.

Queste due componenti che costituiscono l’essenza dell’autostima sono interne, non arrivano da fuori. Spesso c’è l’errata convinzione che l’autostima si alimenti attraverso fattori esterni, come l’apprezzamento degli altri, l’affetto o la lode. Senza dubbio le esperienze che hai fatto nella vita hanno inciso positivamente o negativamente sulla tua autostima, ma non sono le uniche determinanti in questione. I fattori interni dell’autostima sono quelli che, più di ogni altra cosa, contribuiscono ad innalzarla.

Derivano in buona parte dalle tue esperienze relazionali, ma non ne sono l’esatto risultato. E, soprattutto, sono componenti che si possono “allenare” per migliorare il senso del tuo valore personale e le convinzioni che hai su te stessa/o.

Se ci pensi, le convinzioni che hai sulla tua persona generano delle aspettative in merito a ciò che ti immagini possa succedere, a come tu reagirai a ciò che succede, a come ti rapporterai agli altri. Parlo di una sorta di profezia che si autoalimenta: se sono convinta/o di non valere niente o se mi sento sempre inadeguata/o è molto probabile che leggerò le mie esperienze con questo tipo di occhiali, e agirò (con i miei comportamenti e nelle mie relazioni) andando, paradossalmente, a rinforzare queste convinzioni.

Ecco che, allora, andare ad intervenire sulle componenti interne dell’autostima, piuttosto che aspettare sempre rinforzi dall’esterno, può essere una strada più fruttuosa e, in qualche modo, anche più vincente nel lungo periodo.

 

I fattori interni dell’autostima

Prendo ispirazione dal libro di Nathaniel Branden (“I sei pilastri dell’autostima”) per parlarvi di quali possono essere, a mio avviso, i fattori interni fondamentali su cui lavorare per alimentare una sana stima di sé.

Un aspetto molto importante per acquisire un buon livello di autostima è la Consapevolezza. L’ho detto più volte anche in altri articoli: se non “fai amicizia” con te stessa/o non andrai molto lontano nella tua vita. Se non impari a conoscerti e ad ascoltarti è molto difficile che riuscirai a monitorare ciò che senti e ad agire in accordo con esso. Ciò vuol dire anche riconoscere le tue risorse e qualità, come anche i tuoi difetti e gli aspetti personali nei quali sei più carente.

Di pari passo alla consapevolezza, una delle qualità che, secondo me, è più evidente in chi ha una buona considerazione di sé è proprio la Congruenza. Se io sono capace di sentire ciò che provo, di ascoltare i miei pensieri e il mio corpo, comportandomi poi di conseguenza, sarò in primis presente a me stessa e, soprattutto, mi sentirò intera. Intera nel senso di congruente, in accordo, in pace perché ciò che faccio nella mia vita rispecchia ciò che sento dentro di me.

Se questo accordo manca sarò, per esempio, frustrata perché faccio cose che di fatto non voglio fare solo per piacere agli altri. O vivrò una sensazione di malessere che non comprendo perché non voglio fermarmi a darle voce, con il risultato di pormi magari negativamente nelle mie relazioni e, quindi, andando a peggiorare il mio senso di malessere e insoddisfazione. Quindi, primi “mattoncini” interni dell’autostima sono la consapevolezza e l’accordo interno.

Altra grossa fonte di ricchezza interiore, fondamentale per l’autostima, è l’Accettazione di sé. Accettarsi non vuol dire sopportarsi passivamente, ma accogliere ciò che si è per come si è. Puoi partire solo da questo punto per cambiare: se continui a rifiutare le parti di te che non ti piacciono, magari non riconoscendole come tue, non arriverai mai a sperimentare quel profondo senso del valore personale di cui parlavo qualche riga sopra. Parlo di compassione, non di pietà. Di accoglienza, non di approvazione.

Altro fattore interno da sviluppare per fare un buon servizio all’autostima è il Potere Personale, definibile anche come senso di responsabilità. Se io ho fiducia in me stessa/o e nelle mie potenzialità posso prendermi la responsabilità piena della mia vita. Senza aspettare che arrivi qualcuno da fuori a risolvere i miei problemi o a coccolarmi: posso prendere decisioni, o assumermi la responsabilità delle mie azioni perché ho fiducia in me.

Questo vuol dire anche imparare a crearsi degli obiettivi e a monitorare il tuo cammino. Significa scegliere in maniera critica in cosa credere e che scopo dare alla tua vita. Significa agire con integrità seguendo gli obiettivi e i valori che ti sei data/o.

Infine, ultima ma non meno importante, l’Affermazione di sé. Se io credo di avere un valore, mi sentirò legittimata a prendere il mio spazio nella vita. Ciò vuol dire imparare a dire di no quando non posso o non voglio fare una cosa, prendere una posizione, far valere i miei diritti, chiedere, provare a soddisfare i miei bisogni (se legittimi e non lesivi del benessere altrui).

 

Ingredienti per l’autostima

Qui sotto troverai 10 “ingredienti” per incrementare il valore che dai a te stessa/o. Non sono altro che la traduzione più pratica e operativa delle componenti interne dell’autostima di cui ti ho appena parlato.

 

1.      Impara a riconoscere le tue qualità, i tuoi successi, le tue risorse.

Prova a non focalizzarti soltanto su ciò che non ti piace di te, ma inizia a guardare anche quello che funziona. Potresti, per esempio, “fare un bilancio” dei tuoi pregi, magari scrivendo alla sera qualche tua risorsa, capacità o qualità che hai potuto vedere in azione durante la giornata.

2.      Rinuncia al perfezionismo.

Il perfezionismo è una delle maggiori trappole che ci mandano dritti nel baratro dell’insoddisfazione personale. Impara a ironizzare sui tuoi errori e su quelli degli altri, sforzati di mettere in discussione quella voce interiore che non è mai soddisfatta di ciò che sei e che fai.

Parlaci, ma non farti sopraffare: dalle diritto di parola, ma impara anche a risponderle a tono, magari trovando degli elementi che vadano a contrastare le solite frasi tipo “potevo fare di più”, o “ok, ma …”.

3.      Fai amicizia con le parti “aliene” di te.

Avrai senza dubbio delle cose che proprio non sopporti di te o, addirittura, degli aspetti che definisci “non da me”, che ti mandano in tilt nel momento in cui si manifestano perché non li vedi come parti di te. La buona notizia (anche se pensi che sia brutta) è che sei anche questo.

Quindi, invece di fare la guerra a impulsi, pensieri, emozioni, comportamenti che non sopporti di te, fatteli amici. Prova a vedere perché stanno bussando alla tua porta e cerca di capire cosa vogliono da te.  

4.      Allenati a dire si quando vuoi dire si e no quando è no.

Visto che hai poca stima e fiducia in te stessa/o, forse credi che essere compiacente e non deludere mai nessuno ti assicurerà l’amore e l’accettazione altrui. Ma a che prezzo? Posto che non è così certo che far passare in secondo piano i propri bisogni ci assicuri la vicinanza degli altri, chiediti cosa puoi ottenere rinunciando a te stessa/o. Impara, quindi, a dire qualche no in più ogni tanto: ti sentirai più libera/o e più forte.

5.      Occupa il tuo spazio.

Sulla scia del punto precedente, prova ad esprimerti. Che sia dare il tuo parere in merito ad una questione di cronaca, o far rispettare un tuo bisogno specifico, dimostra a te stessa/o e agli altri che ci sei anche tu. Non c’è bisogno di azioni eclatanti: parti da piccole cose quotidiane dove senti che non ti stai prendendo il tuo spazio e inizia a farlo.

6.      Evita di rimandare.

La scarsa autostima è spesso sorella della procrastinazione: non è infrequente assistere a tutta una serie di “scuse” ben articolate per non prendere una decisione o per non fare una data cosa. Tutto questo ha alla base una scarsa fiducia nel fatto di poter riuscire e, quindi, invece che rischiare senti che è meglio evitare. Di nuovo, scegli una piccola azione quotidiana che stai rimandando e, semplicemente, falla.

7.      Fai delle scelte e prenditi dei rischi.

Il tuo sentirti inadeguata/o ti porta, per caso, a provare un senso di impotenza? Come se non avessi voce in capitolo nella tua vita e fossi sempre e solo una vittima. Esercita il Potere Personale che hai sepolto dentro di te: quale occasione migliore per esercitarlo di quella di prendere una decisione, anche piccola?

8.      Impara a darti degli obiettivi.

Stabilisci degli obiettivi che reputi utili per la tua vita e dividili in piccoli pezzettini. Man mano che avrai raggiunto il micro obiettivo passerai al successivo, e via dicendo. Non partire subito in grande: di solito grandi idee che non vengono tradotte in un piano d’azione concreto e graduale non portano a nulla. Raggiungere dei piccoli obiettivi a breve termine ti farà sentire più efficace e più competente, andando ad incrementare la voglia di riprovare e fare meglio.

9.      Ascoltati e riconosci il tuo dialogo interno.

Ho accennato prima alla consapevolezza e all’importanza della conoscenza di se stessi. Mettiti in ascolto delle tue emozioni, del tuo corpo, dei tuoi pensieri: dai loro voce con curiosità e senza paura, perché questo potrà aiutarti ad evitare di far realizzare nella tua vita le solite “profezie negative” su te stessa/o.

10.  Trova il tuo scopo e scegli i tuoi valori nella vita.

Vivere avendo degli ideali e dei valori è una condizione fondamentale per dare significato a ciò che fai e che sei giorno dopo giorno. Questo ti permetterà di incrementare il senso di efficacia, ti farà sentire che hai una “posizione nel mondo” e che il tuo contributo è prezioso: tutti aspetti che alimentano il senso del tuo valore personale e la fiducia nel fatto di meritare la felicità di cui abbiamo parlato all’inizio del post.

 

 

Che dire? Ti auguro di usare al meglio gli ingredienti dell’autostima, in modo da cucinare un piatto davvero gustoso!

 

 Se vuoi approfondire l’argomento con qualche lettura ti consiglio:

-           “I sei pilastri dell’autostima” di Nathaniel Branden.

-          “Reinventa la tua vita” di Jeffrey Young e Janet Klosko.

-          “La trappola della felicità” di Russ Harris.

-          “Quaderno di esercizi per l’autostima” di Rosette Poletti e Barbara Dobbs.

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.