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Regalo o dono?

Quando il regalo che fai definisce chi sei e che relazione hai


Tra meno di un mese è Natale ed è già possibile osservare i negozi pieni di addobbi e anche di frenesia per la “corsa ai regali”.

Ebbene si, il Natale porta con sé ri-nascite varie, riflessioni, riunioni familiari, canzoncine serafiche, luci e colori e … i regali!

Chi osa non fare almeno un regalo a Natale?! Credo sia proprio vietato da qualche misteriosa Costituzione che non è stata ancora scritta.

Ironia a parte, quello di oggi è un breve post sul concetto di dono proprio perché, ancora di più in occasione del Santo Natale, la dimensione del dono ha dei risvolti psicologici interessanti su cui voglio porre la tua attenzione. Andiamo, intanto, a vedere cosa significano le parole dono e regalo.

 

Significati del donare

 

Il vocabolario Treccani ci spiega che anticamente il regalo era inteso come un qualcosa che i sudditi davano al re, forse per ingraziarselo in qualche modo, o perché erano semplicemente sottomessi. Questa accezione del termine mi fa pensare ad un qualcosa di “calcolato”, di progettato a tavolino con un qualche scopo.

Oggi potrebbe essere quello di fare bella figura, di dimostrare quanto siamo ricchi oppure originali, di chiedere in maniera velata un favore, di conquistare l’altra persona, di ricambiare per cortesia un regalo che abbiamo già ricevuto, di mostrare apprezzamento o, peggio, servilismo.

Il dono, invece, etimologicamente richiama ad un qualcosa che viene offerto come espressione di stima, di rispetto, di affetto. In questo senso, potremmo dire che nel concetto di dono è presente una dimensione di incondizionalità che va oltre il gesto fisico in sè: ti dò qualcosa senza un secondo fine, senza condizioni, senza aspettarmi nulla in cambio. Perché ho il puro piacere di farlo. Perché ti voglio bene.

Chiaramente questa differenziazione oggi non ha valore, e le parole dono e regalo si usano praticamente come sinonimi: ho deciso, però, di differenziartele per farti riflettere su cosa significa davvero donare qualcosa.

Spesso, soprattutto se a Natale, presi dalla frenesia di dover fare tanti regali (è un dovere o un piacere?) tendiamo a perdere di vista quello che dovrebbe essere il reale significato del donare: alimentare una relazione. Ebbene si, non puoi fare un buon regalo se alla base non c’è una relazione di qualità con la persona a cui vuoi farlo.

 

Dono e relazione: due facce della stessa medaglia

 

La relazione che hai instaurato con una determinata persona darà al tuo regalo la “tonalità emotiva”, la cornice fondamentale per rendere il regalo stesso unico e irripetibile. Non perché hai speso tanti soldi, ma perché ci hai messo cura. Perché ci hai pensato.

Hai mai fatto caso che a volte per introdurre un regalo diciamo “ti ho fatto un pensiero”? Il segreto di un regalo, se parliamo di dono, è l’attenzione e la cura con cui viene pensato, immaginato, pianificato. E, spesso, questo si riflette nell’emozione di sorpresa che l’altro ci mostra: gli occhi si illuminano, il viso sorride, si avvertono il piacere e la gratitudine senza nemmeno bisogno che parli.

L’effetto sorpresa è prodotto dal calore e dall’intenzione con cui fai una data cosa, non dal valore economico (se non è correlato ad un valore affettivo). Non dall’originalità e ricercatezza di un oggetto che, però, non parla la lingua di chi lo riceve e mostra solo l’egocentrismo di chi lo fa.

Con questo intendo dire che dentro la parola dono sono nascoste due parole molto importanti: mentalizzazione ed empatia. Solo se sei in grado di uscire da te stessa/o per provare a metterti nei panni della persona a cui farai un regalo avrai fatto un vero dono. Nel momento in cui provi ad immedesimarti, ad immaginare bisogni, desideri, aspettative dell’altro sarai in grado di donare e, allo stesso tempo, di dare nutrimento alla tua relazione.

E se senti davvero di essere legata/o a quella persona da una relazione che va oltre il momento dello scambio di doni, questo entrerà in automatico nel tuo modo di farle un regalo. La relazione definisce la qualità del tuo dono, e il tuo dono è la cartina di tornasole della tua relazione.

 

I passi del donare

 

Bene, ti starai dicendo, io non sono una persona creativa, non so come fare un dono e non un regalo … da dove parto? Proprio perché, come ti ho spiegato sopra, nel dono entra a pieno titolo la relazione, non è necessario essere dei creativi o produrre 100 idee al minuto. Parti dalla tua relazione e stai con quello che ti suscita, con le emozioni che ti fa provare, con ciò che vorresti trasmettere a quella data persona con il tuo regalo.

Ti lascio qui sotto degli spunti di riflessione utili, ma ricordati che nessuno meglio di te può entrare nella tua relazione e nel tuo modo di essere quando fai un dono.

 

1.       Alimenta la tua relazione ancora prima del dono in sé.

Prenditi cura della persona che hai a cuore, ascoltala, stalle vicino il più possibile (e questo non vuol dire per forza fisicamente…), conoscila, manifestale ciò che provi per lei, prediligi lo scambio e il confronto di opinioni.

 

2.       Esci da te stessa/o.

Come già spiegato sopra, inizia a metterti nei panni dell’altra persona e chiediti quali sono i suoi interessi, di cosa ha bisogno, quali sono i suoi desideri, cosa la potrebbe far felice.

 

3.       Prenditi del tempo.

Invece di correre a comprare i regali il pomeriggio della vigilia, inizia a pensare per tempo a cosa vuoi fare. Ciò significa dedicare anche 5 o 10 minuti al giorno per farti venire qualche idea. Per esempio, Internet ci offre una serie infinita di spunti e ispirazioni senza nemmeno doverci prendere la briga di andare a fare dei giri interminabili per negozi.

 

4.       Pianifica.

Dopo che hai capito cosa vorresti donare, metti giù nero su bianco (anche solo a livello mentale eh!) una lista delle persone interessate, con le idee di fondo che ti sono venute in mente per ciascuna. In questo modo, il tuo giro per i negozi (che siano fisici oppure online) sarà mirato e non casuale.

Cerca anche di farti un’idea rispetto ai tempi, soprattutto se parliamo di acquisti online: quando arriveranno i doni? Avrai il tempo di assemblare i regali con cura? Dovrai trasportarli per lunghe distanze? Dovrai spedirli? Queste sono piccole cose, ma se non ci fai caso potresti ritrovarti a correre contro il tempo arrivando in ritardo.  

 

5.       Crea l’atmosfera.

Come già detto sopra, il valore del dono è generato dalla qualità emotiva della relazione che ci sta dietro. E se parliamo di qualità emotiva, non puoi non considerare la “cornice” che farà da sfondo al tuo regalo. Parlo, per esempio, delle parole che lo accompagneranno, siano essere scritte o dette a voce. Mi riferisco anche al “come” del tuo regalo: il modo di impacchettarlo, il momento in cui senti di volerlo dare (perché magari ha un preciso significato), il luogo, le persone che ci dovranno o non dovranno essere, e via dicendo.

 

6.       Lasciati andare.

Banditi dubbi e insicurezze sulla “bellezza” del regalo, o sentimenti di inferiorità per la propria disponibilità economica o, ancora, convinzioni di incapacità e inadeguatezza varie. Cerca di essere così come sei, con le tue debolezze ma anche con le tue bellezze: qui non è in ballo una gara sul “regalo perfetto”, anzi. Lasciati andare a ciò che provi e non ti ingessare per l’occasione: vinci se fai parlare il cuore e trasmetti il calore e l’affetto che nutri per l’altra persona.

 

Concludo lasciandoti una piccola provocazione: impara a ricevere. Tanto più saprai ricevere dagli altri, senza diffidenza, chiusura, paura, convinzioni di non meritevolezza e non amabilità, tanto più saprai donare. Ma questa è un’altra storia e, magari, ne riparleremo in qualche altra puntata!

 

Oggi non ti consiglio dei testi, ma ti lascio una frase di Kafka:

 

“Nessun regalo è troppo piccolo da donare, e nemmeno troppo semplice da ricevere, se è scelto con giudizio e dato con amore.”

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.