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Facciamo 4 passi con la tristezza

4 Spunti per "avvicinarla" invece di allontanarla


Come avrai capito, il tema centrale dei miei post di Settembre è la tristezza e le sue sfaccettature.

Nei post precedenti abbiamo provato a fare una sorta di identikit della tristezza e della sua evoluzione “patologica” chiamata depressione.

Adesso voglio darti degli spunti un po’ più concreti che potrebbero aiutarti ad avvicinare la tua tristezza invece di allontanarla, come spesso tendiamo tutti a fare.

Questo perché, come già visto nei post scorsi, se accetti di prenderti cura di ciò che ti fa soffrire, le probabilità di trovarci un altro senso e, poi, di poterlo modulare dentro di te aumenteranno.

Allora, andiamo subito a fare 4 passi con la tristezza e vediamo cosa ne viene fuori!

 

Passo 1: prendi consapevolezza

 

Primo passo utile quando sei triste è quello di riconoscere la tristezza dentro di te: inizia a notarla e a darle un nome e un’origine, per quanto possibile. Cerca di creare un collegamento tra la situazione che stai vivendo, le emozioni che genera dentro di te e i pensieri che fai a riguardo, con un’attenzione particolare alle distorsioni cognitive e alle forme di ruminazione che potresti mettere in atto anche involontariamente.

Se inizi a vedere la tristezza come un qualcosa che accade e che puoi imparare a conoscere, forse il senso di potere personale aumenterà, portandoti a non sentirti in balia di un’emozione che temi perché non la conosci davvero e, quindi, che senti di non poter controllare.

Come quando conosci una persona il primo step è presentarti, dire il tuo nome e farti conoscere parlando di te: lo stesso può avvenire quando devi imparare a conoscere la tristezza che hai dentro.

 

Passo 2: Lascia che sia

 

Altro passaggio importante è proprio quello di accogliere dentro di te quello che senti. Non so se lo hai mai sperimentato, ma di solito quando senti la tristezza tendi a scappare facendo finta che non ci sia, o distraendoti con altro per non sentire, giusto? Quello che ti sto dicendo qui è di fare l’esatto opposto: sentila tutta, non può farti del male.

Accoglierla dentro di te vuol dire farle spazio e, come già detto in altri post anche rispetto all’approccio terapeutico chiamato ACT, questo si può tradurre in una sorta di “respirarci attraverso”.

Spesso la tristezza genera pressione al petto, o nodo in gola, o una sensazione di peso sulle spalle: la buona notizia è che senti pressione e tensione proprio perché ti sforzi in tutti i modi di negare la tua emozione. Più ti trattieni, più ti irrigidisci.

Allora, impara a respirare immaginando che respirando fai spazio a quella “cosa” che tanto ti fa paura, che le permetti di stare dentro di te e che la vuoi conoscere davvero.

 

Passo 3: Sii un conforto per te stessa/o

 

Nel momento in cui senti questa emozione dentro di te inizia a prendertene cura. Questo vuol dire provare ad essere empatici con noi stessi, esercitando la compassione e la gentilezza. In vari libri che parlano di mindfullness uno degli esercizi spesso presente è quello della carezza amorevole: immagina di localizzare fisicamente nel tuo corpo la tua tristezza, poi respiraci attraverso come ti ho descritto nel punto precedente e, infine, prova a mettere una mano sul petto o dove senti la tensione.

In questo modo è come se ti accarezzassi simbolicamente, passando a te stessa/o il messaggio che ti vuoi bene e sei qui per prenderti cura di te. Questo presuppone un parlare a noi stessi senza giudicarci e con gentilezza: immagina di parlare da adulta/o alla tua parte bambina che ha tanto bisogno di supporto e calore.

Il conforto può arrivare anche dal graduale riconoscimento delle tue risorse interiori ed esterne: guardare con gratitudine anche a ciò che ad oggi possiedi dentro e fuori e non solo a ciò che hai perso, può essere un gran sostegno nei momenti di tristezza.

 

Passo 4: Pianifica l’azione

 

Ultimo punto, ma non meno importante, è quello di trasformare ciò che provi in “vita vissuta”. Dopo che hai fatto conoscenza con la tua tristezza, che l’hai accolta dentro di te e che hai trovato un conforto, è importante “canalizzarla”.

Canalizzarla vuol dire vivere il presente anche se, apparentemente, non ne hai voglia. Canalizzarla vuol dire trovare dei modi per agire nella tua vita: dei modi che tirano fuori e ti permettono di mettere in pratica i valori per te importanti. Questo tradotto vuol dire impegnarsi con responsabilità in delle attività che riempiono la tua vita e, magari, possono andare a confortare e lenire almeno un pochino la tua tristezza.

Non so se ti ritrovi, ma di frequente quando siamo tristi tendiamo ad isolarci per leccarci le ferite, e quindi andiamo più o meno consapevolmente a diminuire le nostre attività quotidiane. Ti è mai capitato, invece, di fare una cosa anche se non ne avevi nessuna voglia e poi di esserti sentita/o meglio dopo averla fatta? E’ esattamente questo quello che sto cercando di dirti: non aspettare di essere al top per muoverti, non è necessario.

Se ti può essere di aiuto approcciarti a questo in maniera schematica potresti, per esempio, andare ad identificare delle attività per te piacevoli, valutare il tuo grado di piacere e interesse nel farle, andando a vedere quali ostacoli potresti trovare sul cammino per prevenirli o ridurli al minimo.

 

Quindi, hai voglia di camminare insieme alla tua tristezza? Ti assicuro che potresti fare delle scoperte che non ti aspetti, quindi buon cammino a te!

 

Prima di lasciarti ecco qualche testo se vuoi andare oltre:

- “Il presente come cura. Superare la depressione e prevenire le ricadute”, di Pietro Spagnulo e Stefano Marchi.

- “Se il mondo ti crolla addosso. Imparare a veleggiare tra le ondate della vita”, di Russ Harris.

- “Ritrovare la serenità. Come superare la depressione attraverso la consapevolezza”, di J. Kabat-Zinn, Z. Segal, J. Teasdale e M. Williams.

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.