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Elogio della crisi

Le crisi della vita come possibilità di cambiamento di sè


Arrivi a ridosso del Natale e ti rendi, improvvisamente, conto che un altro anno sta passando. Magari noti che hai un po’ di capelli bianchi e non ci vedi poi così tanto bene da vicino.

O, viceversa, ti sei sposata/o da poco tempo e stai fantasticando su come sarà la vita a tre insieme all’esserino che arriverà presto.

O, ancora, sei seduta/o sul divano accoccolata/o nella tua coperta e ripensi a come erano belle le feste di una volta, con tutta una serie di Persone che oggi non ci sono più.

E i tuoi pensieri vagano, un po’ impauriti e un po’ sollevati, dai traguardi che hai raggiunto nella tua vita, alle cose che non hai concluso ancora, fino ad arrivare alla morte e a chiederti se ci sarà qualcosa dopo.

Questi sono tutti scenari possibili e “normali” legati al nostro vivere, che però ci lasciano una sorta di malinconia senza nome, l’attesa paradossale di un qualcosa che è stato e non è più. Sono dei “passaggi di vita” naturali che, però, possono trasformarsi in momenti di crisi.

Tutta la nostra vita è costellata da questi momenti: la prima volta che abbiamo dormito da soli, che abbiamo tolto il ciuccio o il pannolino. La prima volta che abbiamo lasciato la mamma per andare all’asilo e poi a scuola, i momenti di stupidera dell’adolescenza, insieme a tutti i cambiamenti più o meno belli che abbiamo osservato nel nostro corpo.

La prima volta che abbiamo dato un bacio e che abbiamo fatto l’amore, la laurea, il matrimonio, l’inizio di un nuovo lavoro. L’esperienza di essere genitori, un cambio di casa e di città, la prima volta che abbiamo visto i nostri figli uscire per sempre dal nido. Quando siamo diventati nonni, quando abbiamo iniziato a perdere delle Persone care, e via dicendo.

Questi sono tutti passaggi di vita, tutti o quasi inevitabili, che ci richiedono un grande sforzo di adattamento e fronteggiamento. Perché, per forza di cose, la vita ci pone delle sfide e ci cambia, ci mette a dura prova e ci premia, ci dà le crisi ma poi ci fa trovare le risposte giuste per reagirvi.

Ti sei mai chiesta/o cosa significa crisi per te?

 

La crisi come “passaggio di vita”

 

Se andiamo a vedere l’etimologia della parola, crisi deriva dal greco e significa decisione in senso lato. Nell’etimologia del termine sono insiti sia il concetto di problema, che quello di opportunità. E, infatti, possiamo intendere la crisi come un evento, più o meno traumatico, che rompe un determinato equilibrio psichico, creando un disagio di varia natura.

Quando vivi in equilibrio ti trovi in una situazione di confort, sei in un terreno conosciuto anche se potrebbe non piacerti. Nel momento in cui accade un evento critico, l’equilibrio che ti sei costruita/o sparisce: si crea una sorta di perturbazione e, spesso e volentieri, provi paura.

Paura perché non sai bene cosa succede e cosa succederà, perché magari pensi di non potercela fare, perché ti rendi conto di essere in un caos inimmaginabile nel quale perdi la tua bussola. Non sei più ciò che eri prima, ma non sai ancora chi sei.

Una situazione del genere, proprio per le sue caratteristiche intrinseche, è davvero destabilizzante per chiunque: senti che è necessario un riadattamento, che devi crearti un nuovo equilibrio ma, soprattutto all’inizio, non sai come.

E, in effetti, molti passaggi di vita sono critici, sia nel bene che nel male: basti pensare al matrimonio, alla nascita di un figlio o alla morte di una Persona cara. Ciò che sentiamo dentro è uno sconvolgimento potente, che ci fa leggere il periodo di crisi come una catastrofe dalla quale usciremo feriti e manchevoli.

Ma, quasi per incanto, il tempo passa e quella che all’inizio sembrava una crisi insuperabile diventa un “ponte”, rappresenta cioè quel trampolino di lancio che ti ha permesso di approdare alla tua realtà così come è adesso.

Non so se ti è mai successo qualcosa di simile, ma spesso capita che nel momento in cui viviamo una prova ci sembra una cosa difficilissima e, a distanza di anni, quando ripensiamo a quella prova ci facciamo quasi due risate guardandoci con tenerezza perché non la vediamo più come il male assoluto. Le crisi rappresentano, appunto, dei momenti di transizione e ti servono per spingerti a ritrovare un nuovo equilibrio, ad adattarti in maniera nuova alla tua realtà cambiando necessariamente qualcosa di te.

E, se impari a leggere le crisi che arrivano nella tua vita come dei “passaggi” utili per andare verso un qualcosa di diverso, inizierai pian piano a vederle non solo come problemi, ma anche come opportunità.

 

La crisi come opportunità

 

So che quello che ti ho detto finora può sembrarti semplicistico e, forse, un po’ troppo positivo: capisco che, per esempio, nel perdere una Persona per te importante tu non ci possa vedere alcun tipo di opportunità, è chiaro. Non ti sto dicendo che una crisi non ti porta dolore profondo o che è facile da attraversare: ti sto dicendo che, se arriva, è lì per qualche motivo e ti sta dando la possibilità di fare una scelta.

Come abbiamo detto sopra, crisi significa decisione: che posizione puoi e vuoi prendere rispetto alla cosa brutta che ti è capitata? Cosa puoi decidere per la tua vita? Come e cosa puoi ricostruire dalle macerie?

Ci vorrà tanto tempo, questo è scontato: purtroppo, una crisi può durare anche anni e non sempre si risolve nel migliore dei modi se non ci facciamo aiutare. Forse l’errore che la maggior parte di noi fa è quello di non voler soffrire, come se in qualche maniera potessimo scegliere.

Non so se sei d’accordo, ma tendiamo un po’ tutti ad allontanare dalla nostra vita lo sconfort e il dolore, fremiamo per risolvere il prima possibile un dato problema, tendiamo ad evitare una questione se ci porta malessere e pensieri. Forse vediamo così anche i momenti di crisi: vanno eliminati subito, senza aspettare e, soprattutto, con il minor dolore possibile.

Per carità, è lecito e legittimo approcciarsi in questo modo, ma a cosa ti servirà? Il rischio è quello di mettere un po’ la testa sotto la sabbia e, non volendo vedere la crisi, ti potresti ritrovare a non superarla proprio perché non la stai avvicinando.

Se, viceversa, inizi a cercare nella crisi anche l’opportunità il tuo modo di approcciarti cambierà, e potrai andare verso il cambiamento e il riadattamento di ciò che sei e della tua vita in genere.

Ci vogliono tanto coraggio e tanta pazienza, questo è ovvio: non si vince una battaglia nascondendosi ma provando a lottare, sei d’accordo?

Magari ti starai chiedendo: “Ok, devo affrontare le mie crisi e provare a vederle come delle opportunità di crescita: ma come si fa?”.

 

Affrontare una crisi

 

Non esistono ricette preconfezionate per superare un periodo critico, anzi se ci fossero credo che le conosceresti già proprio per il principio che abbiamo visto appena adesso, cioè che siamo portati a voler eliminare lo sconfort dalla nostra vita.

Non ci sono ricette, ma ci sono degli strumenti forse più utili di altri per darti una mano in questa sfida. Vediamoli brevemente sottoforma di “pillole”!

 

1. Esprimi tutto ciò che senti.

Spesso quando viviamo un momento critico tendiamo a tenerci tutto dentro, magari sfogandoci nel cibo o nel bere. Pensiamo, sbagliando, che se non ammettiamo agli altri e, in primis, a noi stessi che stiamo male quel malessere scomparirà magicamente.

Nulla di più errato, ovviamente: guardare in faccia la tua crisi vuol dire anche darle un nome e un cognome, sentire ciò che smuove dentro di te, darle delle parole e, di conseguenza, un senso. Solo esprimendoti e dando voce a tutto il tuo dolore potrai lenirlo. Solo accettando questa ferita e guardandola per ciò che è potrai pian piano medicartela.

 

2. Non ti chiudere al mondo.

Un po’ in linea con il punto precedente, è naturale e legittimo ritirarsi per “leccarsi le ferite”. Questo è ciò che avviene molto spesso durante il processo del lutto: c’è come un bisogno di tornare a se stessi, ripiegandoci quasi dentro di noi perché abbiamo bisogno di passare attraverso un dolore prima di superarlo.

Il rischio di tutto questo, però, è quello di chiudersi e isolarsi sempre di più, finchè il mondo e gli altri non diventeranno quasi delle minacce o delle fonti di angoscia. Non è, quindi, solo fondamentale esprimere ciò che senti nel tuo momento di crisi, ma anche poterlo condividere con qualcuno di cui ti puoi fidare. In questo modo potrai trovare ascolto e conforto, ma anche nuova linfa e una spinta diversa per ricominciare a vivere.

 

3. Distingui tra ciò che è in tuo potere fare e ciò che non dipende da te.

Spesso durante un periodo critico sentiamo forte l’impotenza: abbiamo, cioè, l’idea che siamo vittime indiscusse di ciò che c’è successo e che non possiamo fare altro che soccombere passivamente.

E’ vero che ci sono degli eventi di vita più di altri dove ci ritroviamo ad essere noi le vittime, ma è anche vero e dimostrato che un evento non è traumatico o critico in sé. Lo diventa in base a come tu lo leggi e al senso che gli dai: in poche parole, più mi sentirò vittima degli eventi e tanto più non mi attribuirò un potere di intervenire su di essi.

Nel momento in cui, invece, inizio a rendermi conto con onestà dove posso intervenire e che facoltà possiedo, e dove non ho alcun potere di manovra, metto ordine nel caos che la crisi si porta dietro, ma mi preparo anche a cambiare qualcosa in maniera attiva.

 

4. Trova dei momenti di confort e coccola per riprendere le forze.

Magra consolazione, ti starai dicendo. Ma, se ci pensi, in un periodo dove vedi tutto nero e senti di non avere alcun potere, forse, andare a cercare delle “isole felici” potrebbe esserti utile. Ripeto, se soffri questo non ha nulla a che vedere con il non soffrire o l’evitare il tuo dolore: trovare dei momenti di respiro, nonostante il tuo dolore, può essere un conforto oltre che una coccola che ti ricorda che sei importante.

Fosse anche solo un bagno caldo mentre piangi, o ascoltare una musica per te rilassante mentre provi una grande angoscia, può fare la differenza sul lungo periodo. Non perché siano cose risolutive rispetto alla crisi, ma perché possono darti maggiore forza e conforto per attraversarla.

 

5. Datti del tempo.

Ultima, ma non ultima, riflessione è proprio quella sul tempo. Se pensi di depennare la crisi con un colpo di spugna sei fuori strada, probabilmente se ci riesci significa che non sei davvero in un momento di crisi. Se, come abbiamo visto, la crisi rappresenta un passaggio di vita che ci deve spingere ad un nuovo adattamento come puoi pensare che tutto questo sia indolore e, soprattutto, rapido? Non è detto che una crisi debba per forza durare anni per definirsi tale, ma sicuramente devi imparare ad essere clemente con te stessa/o e ad avere la pazienza di abbracciare questo momento per tutto il tempo necessario. Di nuovo, non credo che il tempo da solo curi le ferite ma, senza dubbio, aiuta a metabolizzarle.

 

Questa riflessione sulla crisi termina qui e, come di consueto, ti lascio qualche testo utile se vuoi proseguire la riflessione per conto tuo:

- “Passaggi di vita. Le crisi che ci spingono a crescere”, di Alba Marcoli.

- “Se il mondo ti crolla addosso. Imparare a veleggiare tra le ondate della vita”, di Russ Harris.

- “Ricordati di rinascere. Come superare i momenti di crisi e trasformarli in svolte della vita”, di Nicola Ghezzani.

 

 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.