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Liber-ando sotto l'albero - edizione bambini

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


In continuazione con il post precedente, oggi voglio proporti 3 testi che possono essere una buona idea regalo per i più piccoli.

Proprio in occasione del Natale e della pausa delle vacanze natalizie leggere qualche pagina di un libro con i nostri bambini può diventare un’occasione importante di relazione, oltre che di educazione.

Questa presentazione non ha la presunzione di essere né esaustiva né completa e, nello specifico, si riferisce alla fascia d’età che mi riguarda più da vicino, cioè quella dai 5 anni in su.

 

“Storie di Natale. Un calendario dell’Avvento tutto da leggere!”.

 

Libro molto utile per fare il conto alla rovescia fino a Natale anche tramite la lettura: si presenta, infatti, sottoforma di calendario dell’Avvento e presenta un’intera storia sulla preparazione del Natale da parte di Babbo Natale e le sue renne, divisa in diversi capitoli numerati, da leggere ogni giorno fino ad arrivare al 25.

Quella del calendario dell’Avvento è ormai una tradizione consolidata e, come saprai, ne esistono di diversi tipi: quello fatto di frasi e attività da spalmare lungo tutto il periodo natalizio, quello composto da piccoli regalini in attesa dei regali di Babbo Natale, quello di dolciumi e via dicendo. Allora, direi che non poteva certo mancare un calendario dell’Avvento “letterario”!

Questo spunto è molto interessante per scandire con i nostri bambini il tempo che ci porta al Natale, per stimolare l’immaginazione attraverso la storia proposta e, non meno importante, per passare momenti di condivisione e riflessione leggendo insieme a nostri piccoli.  

 

 3 cose che mi porto dalla lettura di questo libro:

 

1. La pazienza dell’attesa.

 

La parola Avvento significa “venuta”, ma potremmo leggerla anche come attesa. Attesa di un qualcosa che deve arrivare, preparazione, tempo di “digestione” di un significato. Siamo abituati a correre, ad avere tutto e subito, incapaci di stare nella frustrazione dell’attesa e, proprio per questo, il messaggio di questo libro va proprio nella direzione opposta.

La lettura di questi capitoletti, giorno dopo giorno, insegna ai bambini il tempo dell’attesa: per sapere come va avanti la storia non si legge tutto subito, ma si aspetta il giorno successivo e via dicendo. Questo insegna non solo il senso del tempo che passa, ma l’arte della pazienza e del godersi il cammino invece di pensare solo alla meta finale.

 

2. La magia di credere in qualcosa.

 

La storia narrata in questo libro è incentrata sulla figura della renna Rudolph e di Babbo Natale: tutto inventato, no? E’ chiaro che sappiamo tutti quale sia la “verità” su Babbo Natale ma, forse, la vera scommessa è proprio quella di tornare a credere insieme ai nostri bambini.

Perché un po’ di magia, alle volte, può essere un importante balsamo per la frenesia giornaliera e la mancanza di senso: basta credere a Babbo Natale per risolvere i problemi della nostra vita? Certo che no! Ma alimentare nei nostri piccoli lo “stupore del credere” li aiuta ad imparare che si può avere fede in qualcosa, in un ideale, in una buona causa, in un progetto personale.  

E, aiutando loro a credere, magari ci ricordiamo anche noi come si fa.

 

3. La lettura come “relazione”.

 

Punto valido per tutti i momenti di lettura condivisa, ma ancora di più se questa condivisione avviene con i propri bambini. Leggere stimola l’immaginazione, favorisce la riflessione e l’introspezione, aumenta la sensibilità personale: e tutto questo è potenziato se lo si fa in due.

Leggere insieme ai nostri bambini non è, quindi, solo un momento di educazione e apprendimento, ma diventa un momento di relazione: attraverso la narrazione di una storia ti prendi, più o meno involontariamente, la briga di veicolare la voglia di stare insieme, di stringere un legame, di trasmettere amore.

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

“Rudolph allora cominciò a correre, le zampe gli tremavano un po’, ma cercò di non farci caso. Arrivato al massimo della velocità chiuse gli occhi e fece come faceva Fulmine. Ad un certo punto li riaprì e si accorse di una cosa incredibile: stava guardando tutto dall’alto!”.

 

 

 

 

“Lo schiaccianoci”

 

Questo librino è, secondo me, un piccolo capolavoro di bellezza: racconta in poche parole la celebre storia dello Schiaccianoci di Hoffmann che conosciamo tutti, ma la rende molto fruibile anche per i più piccini.

Esistono diverse edizioni per bambini di questo celebre racconto, ma devo dire che questa in particolare mi ha molto colpito per la bellissima grafica, i colori e le pagine interattive che la caratterizzano.

Fa parte delle Fiabe Cucù della Usborne, nota casa editrice per bambini, che si caratterizzano proprio per l’interattività data dalle varie alette di carta da alzare per vedere come prosegue la storia, dalle pagine cartonate e tagliate mirabilmente per stimolare l’immaginazione e la fruizione anche “visiva” della storia narrata. Davvero un piccolo gioiello da regalare che ti riporta in pieno dentro la magia della storia e del Natale in genere.

 

3 cose che mi porto da questo libro:

 

1. L’importanza dell’immaginazione.

 

Questa è la storia di un’avventura, dove la protagonista diventa parte di un mondo incantato e magico. Un mondo dove si combatte una battaglia contro il famoso re dei topi, che viene vinta appunto dallo Schiaccianoci e dal suo esercito di soldatini e omini di pan di zenzero.

Una storia magica, che riconferma l’importanza e il potere dell’immaginazione: qualcuno diceva che per i bambini il gioco è un lavoro e, per questo, richiede paradossalmente concentrazione e impegno. E’ una cosa “seria” perché mette in moto l’immaginazione e la creatività: e il miracolo di tutto questo è che tutto avviene in modo assolutamente spontaneo nei nostri bambini.

Quello che riconfermo da questa lettura è proprio quanto sia vitale permettere ai nostri bambini di immaginare, sognare e immergersi in un gioco dove il confine tra fantasia e realtà non è mai netto: ed è proprio all’interno di questo confine, e per opera di esso, che avviene la magia!

 

2. Il regalo come dono significativo.

 

Come sappiamo, la storia si svolge la vigilia di Natale, dopo che i bambini hanno scartato i loro regali. E si basa proprio sull’uso che questi bambini fanno dei loro regali: regali che non “fanno numero” e scena senza avere un senso, ma sono stati davvero desiderati. Regali che hanno un significato per i bambini che li ricevono, che portano una grande gioia proprio perché sono stati anticipati da un grande desiderio.

Oggi, spesso, le cose vanno diversamente: abbiamo tutto, compriamo tutto in qualsiasi momento dell’anno, i nostri figli sono abituati ad avere subito quello che chiedono. Allora, questo libro ci riporta, forse, al tradizionale senso del dono, al “valore” importante che questo dovrebbe avere e a quanto dobbiamo essere noi adulti a trasmetterlo.

Perché il giocare diventa un’azione ancora più intensa e appagante se arriva dall’aver ricevuto un giocattolo davvero desiderato e atteso.  

 

3. Partiamo dalle piccole cose.

 

Un po’ in continuazione con il punto precedente, leggere con mia figlia questo racconto mi ha fatto riflettere su quanto anche un qualcosa di “apparentemente piccolo” come la vigilia di Natale passata a scartare i regali in famiglia possa diventare un’importante occasione di gioia e unione.

La scena, di fatto, è semplicemente quella di due bambini che aprono i regali di Natale e si mettono a giocare con ciò che hanno trovato: ma da qui, simbolicamente, parte la magia e la scoperta di vivere un’avventura senza eguali.

Certo, questo è un racconto per bambini e, ovviamente, parla di sorprese, avventure, magia che nulla hanno a che vedere con la realtà: ma il senso che ci leggo dietro è proprio questa cosa del trovare grandi insegnamenti, grandi verità, grandi esperienze in aspetti della realtà che potrebbero sembrarci banali.

A volte pensiamo di dover fare sempre attività fenomenali per i nostri bambini, di doverli stupire con effetti speciali, di dover sempre riempire le loro giornate con miriadi di attività per farli felici, di dover stare sempre fuori casa per sembrare “impegnati” … la verità è che, molto più spesso di quanto pensiamo, fare un pic-nic sul tappeto in sala insieme a mamma e papà può essere l’esperienza più appagante del mondo.

 

 

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

“Quando la bambina riaprì gli occhi si ritrovò a casa sua. In mano teneva lo Schiaccianoci e i valorosi soldatini giacevano a terra accanto a lei. Aveva solo sognato … o era stata la magia del Natale?”.

 

 

 

 

 

“Canto di Natale in famiglia. Una magica rivisitazione del celebre racconto di Charles Dickens”

 

Questa libro si rivolge a bambini un po’ più grandi, quasi a preadolescenti direi. Ma, nonostante ciò, credo che possa essere proposto anche a bambini più piccoli, magari veicolato dalla spiegazione e letto piano piano nel corso del tempo. Anche la veste grafica è più tipica di un pubblico pre-adolescente, magari dai 9/10 anni in su perché ha anche poche immagini e tutte in bianco e nero.

Ma, al di là dell’età di lettura, lo reputo davvero un capolavoro perché riprende il tema trattato dal celebre “Canto di Natale”, rivisto in chiave attuale e un po’ nella forma del “racconto nel racconto”.

Infatti a scuola è tempo di recite di Natale e quest’anno nella scuola del protagonista Harry si metterà in scena appunto il Canto di Natale di Charles Dickens: da questo canovaccio parte tutta la storia che ripercorre sia quella di Dickens, sia quella moderna di una famiglia dei nostri giorni.

Una famiglia che sarà chiamata a “fare i conti” con aspetti importanti della vita, legati al senso della famiglia, del dono, del Natale, dei legami, delle priorità.

 

3 cose che mi porto da questo libro

 

1. Il segreto è godere del tuo presente e di ciò che hai.

 

Questa lettura riaccende dentro di me la riflessione su quanto siamo incapaci di stare nel presente e di vivere ciò che ci succede momento dopo momento. Non puoi né riconoscere né essere grata/o per ciò che hai se sei impegnata/o ad inseguire quello che ti manca, o sei troppo concentrata/o sul lavoro e i vari impegni giornalieri. Invece, se impari a fermarti, a guardare davvero ciò che ti circonda adesso, inizierai a leggere la tua realtà sulla base di ciò che sei e hai già.

In questo modo, è molto probabile che sarai meno insoddisfatta/o e più in contatto autentico con te stessa/o.

 

2. Tieniti strette le tue tradizioni.

 

Altro aspetto che mi rimane dalla lettura del libro è l’importanza di creare delle tradizioni nella propria vita. Chiamale routine, abitudini, usanze: il messaggio che mi interessa farti arrivare è proprio quello di non abbandonare quei “punti fermi” che ci danno il senso dell’esistenza.

Che sia passare una data giornata delle feste a fare sempre una solita attività con la nostra famiglia, trovarsi per vedere lo stesso film come tradizione, oppure cucinare uno specifico piatto per uno specifico giorno di festa: non importa il cosa o il come, importa quanto sei in grado di non farti inghiottire dalla routine e dal disincanto che lo stress quotidiano, a volte, ci causa.

Non si tratta di essere rigidi o ripetitivi, ma di trovare nella propria vita e nella propria storia delle costanti, che sono esse stesse linfa per la propria identità e ci ricordano il significato profondo che diamo a quello che facciamo.

 

3. L’importanza di trasferire un messaggio di senso ai bambini.

 

Viviamo in un mondo molto incentrato sull’avere e l’apparire, dove è molto difficile che ci fermiamo con i nostri bambini a riflettere sui significati e i veri valori della vita. Allora, questa lettura mi ha ricordato che si può fare qualcosa di diverso, che si può trasferire il messaggio che esiste altro oltre la mera routine quotidiana. Che si può sognare, avere fiducia nella vita, credere nel fatto di poter fare la propria parte per rendere questo mondo migliore.

Se riscopri i tuoi significati personali puoi tramandarli e aiutare qualcun altro a fare lo stesso. Detto in altre parole, non puoi fare andare un’altra Persona più in là di dove sei arrivata/o tu stessa/o.

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

“Harry salutò con la mano e vide chiaramente suo padre, lì in piedi, che batteva le mani come un papà. E vide la mamma che teneva la mano di Eva da una parte e dall’altra abbracciava la vita di Ray, mentre lui continuava ad applaudire come un papà”.

 

 

 

 

Buon Natale a voi e ai vostri bambini!

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.