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Liber-ando "Il libro del training autogeno"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Un po’ in continuazione del post precedente, in questa sede voglio approfondire l’analisi di uno dei testi che ti ho già consigliato parlando di rilassamento.

Si tratta di un testo ormai datato, ma che si rivela estremamente attuale e fruibile pur essendo un po’ vecchiotto.

Il libro in questione ci racconta molto in breve cos’è il training autogeno e, soprattutto, si presenta come un ottimo manuale per chi vuole iniziare a praticarlo.

Oltre una piccola parte teorica che spiega un po’ di cosa si tratta, il testo affronta in maniera pratica tutti gli esercizi (di base e avanzati) del training autogeno, fornendoci proprio delle tracce utili da leggere per poterci indurre uno stato di rilassamento, mano a mano che impariamo a farlo e a ricordarci le formule.

Davvero in modo molto pratico, il libro ci permette di addentrarci in maniera abbastanza autonoma nei meandri di questa pratica, dandoci delle “pillole” di esperienza che poi saremo liberi di affinare o meno in maniera più approfondita.

Lo reputo un manualetto utile e veloce, funzionale soprattutto al raggiungimento di una certa padronanza negli esercizi di livello base e, per questo motivo, indicato per chi si approccia per la prima volta a questo mondo e vorrebbe capire qualcosa in più.

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

 

1. La pazienza si può allenare.

 

Un insegnamento fondamentale che mi porto da questa lettura è l’importanza dell’avere pazienza: siamo abituati a correre dalla mattina alla sera, e difficilmente abbiamo la capacità di aspettare.

Questa pratica, viceversa, ci costringe quasi a fermarci, proprio perché richiede del tempo per essere imparata e affinata.

Questo mi lascia due importanti verità: la prima è che anche il rilassamento si può allenare. Non è assolutamente vero che non tutti sono portati per rilassarsi o per eseguire degli esercizi in tal senso: la differenza, forse, deve essere fatta tra chi ha la pazienza di imparare e si esercita per farlo, e chi invece vorrebbe tutto e subito senza sforzi.

Leggere questo libro mi ha come “rallentato”, nel senso che mi ha permesso di riappropriarmi di una sorta di lentezza, funzionale al raggiungimento degli obiettivi di rilassamento.

La seconda verità che mi porto come corollario della precedente è che bisogna imparare ad essere più pazienti: detto in altri termini, se non sei disposta/o a fermarti, a rallentare, ad avere la pazienza che serve per imparare questa pratica e metterti in gioco ti conviene abbandonare.

 

2. Il respiro come moto introspettivo.

 

Nel testo ci sono molti riferimenti al respiro e alla pratica della respirazione in senso lato, che può anche associarsi a tutta la serie degli altri esercizi proposti. Tutti noi respiriamo, questo è ovvio se no non saremmo in vita!

Ma ne siamo davvero consapevoli? Il nostro respiro è calmo e rilassato, o agitato e corto? Questo per dirti che leggere questo libro mi ha fatto riflettere su quanto, spesso, non siamo coscienti a noi stessi e facciamo delle cose senza nemmeno farci caso.

Fermarsi a respirare profondamente, esercitando una certa consapevolezza sul nostro respiro, ci permette di entrare in contatto con noi stessi. Mentre respiriamo possiamo essere in grado di ascoltarci, di sentire i nostri bisogni e le nostre emozioni per poi comportarci di conseguenza.

Il respiro diventa, quindi, un’occasione per incontrarci, per fare silenzio dentro di noi in modo da poterci incontrare davvero. Ben vengano, allora, tutte quelle pratiche di mindfullness e rilassamento che fanno del respiro il loro vessillo: vedilo come la strada che ti porta più vicino alla consapevolezza di te stessa/o, dentro e fuori.

 

3. L’importanza del lasciare andare.

 

Un po’ in continuità con il punto precedente, un’ultima verità che questo libro mi ha lasciato è proprio la possibilità di lasciare scorrere i nostri pensieri vivendo il momento presente.

Questo discorso è più vicino al mondo della meditazione in senso stretto che a quello del rilassamento, ma è innegabile che se imparo a rilassarmi riuscirò anche a lasciare fuori pensieri e preoccupazioni di sorta.

Il rilassamento, infatti, ti dà la possibilità di “rileggere” ciò che ti succede con un atteggiamento più calmo e disteso: questo non significa che non ti arrabbierai più, o che sarai sempre zen. Significa, invece, che imparando a rilassarti imparerai anche a non colludere con tutti i pensieri più o meno angoscianti che ti passano per la testa di volta in volta.

Questo porterà grossi benefici non solo nel tuo modo di percepirti e di essere in genere, ma anche nel modo con cui entrerai in relazione con gli altri.

 

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

 “Il metodo dell’autodistensione da concentrazione aiuta a operare attraverso l’introspezione un chiarimento di se stessi e perciò a trovare un atteggiamento positivo verso la vita. Il training autogeno favorisce il maturare della personalità. Ciò a sua volta ha i suoi echi positivi nella vita, soprattutto per quanto riguarda le relazioni interumane”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.