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Liber-ando "Mindfulness in giardino"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Il testo di cui voglio parlarti oggi ci parla di mindfulness, e lo fa in un modo molto particolare: mette insieme meditazione e contatto con la natura.

E’ un libriccino molto piccolo e ben fatto, ricco di schemi, immagini, e spunti utili per intraprendere un percorso di “cura” interiore attraverso le cure che si possono dare ad uno spazio verde.

Ogni capitolo parla di uno specifico mese dell’anno, guardandolo sia dal punto di vista della natura e delle sue caratteristiche, che da quello interiore affrontando un tema specifico direttamente collegato al mese in questione e alle peculiarità della natura in quel periodo.

E, per ogni mese, ti regala una meditazione da fare, oltre a degli spunti utili per cimentarsi nel giardinaggio e a delle proposte di attività da poter fare per coltivare il proprio giardino interiore.

Un libro che sta a cavallo tra un manuale di crescita personale e un testo di giardinaggio e, proprio per questo motivo, utile a rendere “vita vissuta” una pratica molto utile come la mindfulness.

Ogni mese è trattato in pochissime pagine, e il libro stesso si può leggere sia seguendo i vari mesi e i mutamenti delle stagioni, o tutto in una volta lasciandosi accompagnare dal fluire dei vari spunti presenti e seguendo il filo del processo meditativo.

Un testo che fa tenerezza, che riempie il cuore e ti dà l’idea di camminare davvero in un giardino nei vari periodi dell’anno. E camminando in questo giardino, ti dà l’opportunità di fare una passeggiata importante anche dentro di te.

 

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

 

 

1. Il linguaggio dell’attesa.

 

Leggere questo libro mi ha fatto sperimentare il sapore della lentezza e della calma: siamo abituati a correre e a fare mille cose insieme e, proprio per questo, stare nel ritmo del respiro o della natura stessa mi fa riapprendere il linguaggio dell’attesa e della pazienza.

Attesa di vedere un seme che germoglia, ma anche attesa verso noi stessi: pazienza di “aspettare il cambiamento”, nel senso di avere la fiducia nel processo interiore che avviene dentro di noi senza però avere la pretesa di raccogliere subito dei frutti.

Le piante ci insegnano tanto il linguaggio dell’attesa e della pazienza, e dobbiamo imparare a parlare questo linguaggio anche nella nostra vita interiore ed esteriore.

 

2. L’importanza del prendersi cura.

 

Altro apprendimento che questa lettura mi ha regalato è quanto siano importanti i gesti di cura.

E quando uso il termine cura non mi riferisco certo alla cura da una malattia in senso medico: “cura” come prestare attenzione con delicatezza a qualcosa che per noi è importante, “cura” come esprimere l’amore per un qualcosa dandogli benessere in senso lato.

Prendersi cura passa dal tenere pulito e profumato il nostro letto al tenere in ordine una stanza, dall’annaffiare una piantina in balcone al cucinarci un piatto gustoso, dall’abbracciare nostro figlio al leggergli una storia della buona notte.

E prenderci cura in senso lato di qualcosa, in qualche modo, ci insegna a farlo anche verso noi stessi: quante volte mi sento dire che è facile prendersi cura di ciò che è fuori da noi, mentre è molto complicato farlo con noi stessi! Come se valessimo meno, o fossimo meno importanti di ciò che è altro da noi…

E, allora, prendersi cura di una pianta può essere un inizio “simbolico” per imparare a prenderci cura di noi stessi, della nostra interiorità e del nostro ben-essere.

 

3. Il potere della resilienza.

 

Ultima riflessione che mi porto da questo libro è quanto sia importante coltivare la resilienza, intesa come la capacità di “resistere” agli urti della vita senza romperci.

E, in effetti, se pensi alle piante il concetto di resilienza è abbastanza palese: resistono, per esempio, ai forti temporali o al vento che soffia impetuoso, magari piegandosi e perdendo qualche fiore o foglia ma, in qualche modo, rimangono lì.

Leggere questo libro mi ha fatto ripensare a quanto anche noi siamo e possiamo essere resilienti, e a come possiamo imparare ed allenare la resilienza giorno dopo giorno. E le parole del libro hanno riacceso dentro di me una sorta di fiducia in questo: mi sono detta “se lo fanno le piante perché non posso farlo anche io!”.

Certo, detta così sembra una cosa molto semplice e leggera quando, in realtà, non lo è per niente: a volte nella vita ci arrivano delle perturbazioni così forti che è davvero molto difficile restare in piedi.

Ma, l’esempio delle piante, mi regala l’immagine di un ramo piegato ma che, finito il maltempo, sarà di nuovo riscaldato dal sole e, chissà, rimesso in salute dalle mani di qualcuno che se ne prenderà cura. Un po’ come può succedere a noi, del resto.

 

 

 

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

“Imparando a contemplare questa natura che vi è vicina riuscirete a ricentrarvi su di voi aprendovi nel contempo al mondo. Con il passare delle stagioni svilupperete un nuovo sguardo su voi stessi, imparerete a prendervi cura di voi così come del vostro giardino”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.