Strategie di regolazione STEP 2: Distanziarsi
 
    
Come abbiamo già iniziato a vedere nel post precedente, è il momento di approcciare il discorso sulla dis-regolazione emotiva in termini un pochino più concreti, andando a vedere quali possono essere i passaggi utili da attuare nel processo di regolazione in genere e di gestione della crisi in caso di dis-regolazione.
Ti ricordo anche che queste righe non hanno, ovviamente, la pretesa di essere né esaustive né complete e, cosa ancora più importante, non possono sostituirsi in alcun modo al lavoro importantissimo che potresti fare nella stanza di terapia!
Come già detto, possiamo immaginare la regolazione emotiva come una specie di “processo” fatto a step.
Lo step di cui ti parlo oggi è il secondo, quello del DISTANZIAMENTO.
E’ uno step importante perché può aiutarti a “leggere” la tua dis-regolazione in maniera più funzionale per poterla poi gestire.
Non sei solo la tua emozione
“Distanziamentro” ti sembrerà, magari, una parola “antipatica” perché almeno al primo impatto potrai intenderla come un doverti allontanare dalle tue emozioni, evitarle, non sentirle. Distanziare le tue emozioni significa, invece, ben altro.
Per dirla in poche parole, distanziare le emozioni significa oggettivarle, guardarle con più distanza.
Questo non vuol dire, quindi, girarsi dall’altra parte e chi si è visto si è visto: fare così è una strategia di gestione emotiva disfunzionale ed incentrata sull’evitamento!
Ciò a cui mi riferisco ha a che vedere con un vero e proprio riconoscimento ed accettazione del tuo mondo emotivo (ne abbiamo parlato nel post precedente!) senza, però, “colludere” con esso.
Tendiamo spesso a legarci in maniera molto serrata alle nostre percezioni ed emozioni, come se non esistesse altro oltre ciò che sentiamo in quel momento, come se anche noi stessi esistessimo solo in funzione del nostro sentire del momento.
Questo ci può portare a “legarci” troppo a quello che sentiamo, conferendogli il potere di influire poi sulla nostra vita in genere.
Una cosa che devi tenere a mente, soprattutto nei momenti di crisi, è che non sei solo la tua emozione.
Se, per esempio, stai vivendo un momento di tristezza profonda o di angoscia tenderai ad identificarti totalmente con questo stato, dimenticandoti che esisti come Persona anche al di là di come ti senti in questo momento.
Un aspetto che potrebbe aiutarti in tal senso, e che contribuisce ad aumentare le tue capacità di distanziamento, è ragionare in termini di parti. Inizia, cioè, a leggere la tua ansia rabbia o tristezza come la manifestazione di una parte di te, non di tutta la tua Persona.
Ed ecco che in questo modo potresti accorgerti che questa parte ha un ruolo ben preciso nella tua vita, potresti darle dei connotati sempre più definiti, provare a risalire alla sua storia e al perché è con te in questo momento.
Ancora, potresti sintonizzarti profondamente con lei mostrandole empatia, cercando di capire quali sono i suoi bisogni e come potresti aiutarla a stare meglio.
Questo, come già ribadito più volte, fa parte del lavoro che facciamo nella stanza di terapia, ma iniziare già a “leggerti” usando questo approccio potrebbe essere utile per non farti sentire in maniera tanto forte il peso di quello che senti.
Distanziamento “furbo”
Altro “trucchetto” su cui puoi allenarti è quello di fare lo scienziato delle emozioni!
Puoi provare, cioè, ad identificare come ti fa sentire a livello corporeo quello che senti (e torniamo al riconoscimento del mese scorso), andando poi a trasformare questa sensazione in un qualcosa di più tangibile che “studierai” come uno scienziato.
Per esempio, trasforma la tua emozione in un oggetto, o in un’immagine simbolica, in un animale o in qualsiasi cosa che te la possa far sentire in maniera più “oggettiva”.
E non appena hai trovato l’immagine, puoi iniziare a studiarla nelle sue varie caratteristiche: è colorata o in bianco e nero? Ha una superficie liscia o ruvida? Ti sembra più calda o più fredda? E’ ben definita o i confini sono sfumati?
In sostanza, tira fuori più caratteristiche oggettive possibili per provare a descrivere in maniera concreta la tua emozione.
Anche questo aspetto ti aiuterà moltissimo a diversi livelli.
In primo luogo ti permetterà di non rifiutare quello che senti, ma di riconoscerlo e accettarlo. Poi, per far si che la cosa sia il più tollerabile possibile per te, ti permetterà di oggettivare la tua emozione andando a distaccartene in maniera funzionale fino a percepirla “solo” come una parte di te che si sta manifestando in quel momento preciso.
E siccome oltre questa parte ce ne sono altre, potrai osservarla in maniera più serena proprio da una visuale diversa: magari la potrai guardare con gli occhi della Persona coraggiosa che sei pur vivendo al momento una paura bloccante, o con gli occhi di una Persona anche positiva e fiduciosa nella vita nonostante provi una grande tristezza momentanea.
Detto in altre parole, questa “operazione” ti potrà dare un po’ di sollievo perché ti ricorderà che non esisti solo in funzione di ciò che provi al momento.
Mente saggia
Tutto questo processo sarà possibile se ti approccerai a te stesso/a con quella che in ambito per lo più orientale si chiama Mente Saggia.
Immagina la Mente Saggia come una specie di saggio che hai dentro, tipo un Silente di Harry Potter in miniatura che si nasconde dentro di te! Questo Silente è saggio nel senso che sa approcciarsi alla sua vita in una maniera che potremmo definire “equilibrata”.
Non è iper razionale ma sa usare la ragione, non è iper emotivo ma non si priva di sentire e accogliere tutta la sfera possibile dei suoi vissuti emotivi.
La psicologa Marsha Lineham definisce la Mente Saggia come una mente che riesce ad equilibrare emotività e ragione. Questo concetto è spesso associato alla Mindfulness, pratica che aiuta a sviluppare la consapevolezza di sé e la capacità di osservare i propri pensieri e sentimenti senza giudizio.
La Mente Saggia è quella parte “osservante” di te che vive in uno stato di pace, di comunione con il mondo e con l’esistenza, che sa cosa è giusto per te, che ha le risposte che cerchi.
E per sentire la tua Mente Saggia devi stare in silenzio: il silenzio che si può rintracciare in certe forme di meditazione; il silenzio che sperimentiamo quando ci troviamo in un luogo che ci mette pace e serenità; il silenzio che possiamo anche ricreare attivamente dentro di noi allenandoci un po’.
In questo silenzio la Mente Saggia si potrà manifestare e potrà permetterci di leggere le nostre emozioni e tutta la nostra vita in genere in maniera equilibrata accettando tutto quello che c’è.
Mi auguro che questa panoramica su questo secondo step della regolazione emotiva ti sia stata utile e, come sempre, ti lascio qualche titolo utile se vuoi saperne di più:
- “Restare in piedi tra le onde. Manuale di gestione delle emozioni”, di G. Romagnoli.
- “Crisi tempestose. Gestire le emozioni e ritrovare la serenità”, di F. Carbone.
- “Attraversare le emozioni”, di D. Fosha.
- “Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale”, di D. Siegel.
- “Intelligenza Emotiva. Che cos’è e come può renderci felici”, di D. Goleman.
- “Emozioni a colori. Piccola guida per ritrovare il sé autentico” di M. Anfossi.
Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.
