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Liber-ando "Scrivi cosa ti dice il cuore"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Il libro che ti presento oggi è di un autore molto conosciuto nel campo della ricerca in psicologia che si chiama James Pennebaker.

Questo psicologo americano si è molto interessato al rapporto tra psiche e corpo, e a tutto quel campo di applicazione di questo stesso rapporto che oggi viene comunemente definito psicosomatica.

Il testo si presenta sotto forma di saggio ed è un compendio di riflessioni e dati di ricerca in merito agli effetti di stress ed esperienze traumatiche sulla salute e il corpo.

Nello specifico, in questo libro Pennebaker sottolinea la profonda relazione tra trauma in senso lato, inibizione emotiva e malattia organica.

Attraverso un lungo e interessante viaggio all'interno dei vari contesti di studio e setting di laboratorio nei quali ha condotto le sue ricerche nel corso del tempo, l'autore ci permette di riflettere sul fatto che il problema più grande per la nostra salute non è tanto l'aver vissuto un trauma a qualche livello nella nostra vita, ma non volerlo o non poterlo esprimere e condividere.

Con un linguaggio mai totalmente specialistico e abbastanza accessibile ai più, vengono infatti descritti alcuni tra gli esperimenti più importanti condotti in merito: esperimenti che ci permettono di riflettere sulla profonda importanza dell'espressione emotiva ai fini dell'elaborazione di vissuti difficili e, di conseguenza, del loro superamento.

E uno strumento che Pennebaker identifica come fondamentale a questo riguardo è proprio la scrittura: in sostanza è stato visto che le persone che riescono a raccontarsi e a narrare i propri vissuti emotivi, soprattutto inerenti a traumi di varia natura, sono poi le stesse che hanno minori accessi alle cure mediche e che, alla lunga, soffrono meno di malattie organiche.

Ovviamente i dati di ricerca non pretendono di dire che la scrittura guarisce tutte le ferite e sistema tutti i problemi: l'intento del testo è proprio quello di indicare una via. Di posizionare la lente di ingrandimento su un semplice fatto: l'inibizione di sè e del proprio mondo interno peggiora la salute, l'espressione e la condivisione la migliora.

Ti invito a non immaginare che questo libro sia un "mattone" specialistico scritto in arabo perchè ti assicuro che non lo è: oltre le ricerche (che, per altro, sono descritte in maniera molto chiara e agevole) ci sono molti capitoli in cui l'autore fa una riflessione su larga scala sia sul disagio psicologico ed esistenziale in genere, sia su quali possono essere le strade più funzionali per alleviarlo.

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

 

1. Esiste una profondissima relazione tra corpo e psiche. 

 

Senza dubbio non ho scoperto l'acqua calda affermando una verità ormai accertata e presentata in tutte le salse, e non solo nel mondo della psicologia. Quello che, infatti, racchiudo in questo punto come ri-apprendimento è il fatto che non possiamo pensare di separare la nostra mente dal nostro corpo.

Quante volte ti è capitato di ignorare dei segnali di difficoltà che il tuo corpo ti ha mandato? Oppure quante volte hai sentito delle cose a livello emotivo o sensoriale, ma hai fatto finta di nulla perchè la razionalità e il "si deve" ti dicevano altro? O quante volte usi il "mal di testa" per dire che qualcosa non va bene, evitando però di darle il giusto nome e affrontarla?

Questo per dire che tutto ciò che pensi e che provi passa, forse, ancora prima dal corpo e al corpo ritorna, magari sottoforma di somatizzazioni, difficoltà di vario genere che avverti a livello corporeo e simili. Ascolta di più il tuo corpo, prima dei tuoi pensieri.

Fidati delle sensazioni che, se ci fai caso, ti arrivano da dentro e falle parlare senza paura trasformandole in emozioni e pensieri. Il ben-essere vero può arrivare solo da un dialogo fluido e aperto tra corpo e psiche.

 

 

2. Se ti inibisci ti ammali.

 

In assoluta continuazione rispetto al punto precedente, racchiudo qui quella che è la semplice essenza di tutto il libro: tanto più cerchi di evitare con tutte le tue forze una difficoltà, un trauma, un problema, tanto più questo non ti lascerà in pace.

L'evitamento e l'inibizione emotiva, intesa sia come la reale difficoltà ad accedere ai vissuti emotivi legati a delle situazioni negative, sia come la scelta più o meno consapevole di non parlare di certi vissuti con gli altri o di tenerli "segreti" hanno, come già detto, profonde ripercussioni sul piano della salute.

Ti sembra, per caso, che parlare delle tue emozioni, ancora di più se sono spiacevoli, ti possa far sprofondare in un abisso di sofferenza senza ritorno? E’ come se far finta di nulla, o scacciare questi vissuti come fossero delle zanzare fastidiose sia la scelta migliore per non soffrire: nel breve tempo puoi illuderti di avere la meglio ma, alla lunga, l'inibizione va solo a peggiorare le cose.

E se accumuli dentro di te stress, tristezza, delusioni, paure, preoccupazioni senza mai farle venire fuori, da qualche parte dovranno pur andare … no? E, chissà, potrebbero scegliere il tuo corpo per manifestarsi. Per "dire la loro" attraverso il corpo, con tutte le complicazioni che questo può comportare.

 

 

3. Quando decidi di "darti voce" puoi cambiare il senso di ciò che ti succede.

 

L'espressione di te stessa/o, magari anche attraverso il tramite della scrittura, ti aiuta non solo a "buttare fuori" quello che si è accumulato dentro, ma anche a prenderne le distanze per leggerlo in maniera più obiettiva e distaccata. Prima è necessario che ti vivi pienamente tutto quello che provi, nel bene e nel male, poi puoi trasformare in parole tutto questo, andando a mettere ordine nel marasma dei tuoi vissuti.

Molto probabilmente questa operazione (che sia attraverso la scrittura o attraverso la condivisione di ciò che senti con un'altra persona) aprirà dentro di te nuove possibilità di lettura e integrazione di quello che ti succede, cambiando o arricchendo i tuoi significati personali.

Non puoi certo cambiare il tuo passato o quello che ti è successo, ma puoi sicuramente provare a dargli un significato che sia anche più utile e funzionale per la tua vita.

 

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

Quando una persona scrive sulle sue esperienze sconvolgenti comincia a organizzarle e comprenderle. Scrivere i pensieri e i sentimenti connessi ai traumi, quindi, costringe a integrare le varie sfaccettature di circostanze straordinariamente complicate. Quando riusciamo a distillare le esperienze complesse in blocchi più comprensibili, cominciamo a superare il trauma".

 

 

 

Adesso tocca a te: hai il potere di "raccontarti"o meno, devi solo scegliere di usarlo. 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.