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Liber-ando "Ritrovare la serenità"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Oggi ti presento un libro scritto a più mani, che è rivolto principalmente a chi vive situazioni di tristezza e/o depressione, ma che, secondo me, può essere un validissimo supporto per la crescita personale in genere. 

Alla base del testo c’è la Mindfulness, pratica orientale entrata ormai a pieno titolo anche nel mondo della psicoterapia.

La tesi principale che gli autori ci presentano qui può racchiudersi in queste parole: se inizi ad avvicinare il tuo dolore invece di evitarlo potrai, con il tempo, imparare ad accettarlo e a dargli un senso.

L’uso di una modalità colloquiale e diretta, unito ad una grande capacità di semplificazione lo rendono, a mio avviso, un buon manuale di auto-aiuto. Altro aspetto degno di nota è la presenza di molti spunti esperienziali da mettere in pratica per sviluppare la propria consapevolezza e sperimentarsi.

Attraverso un percorso che inizia dal riconoscimento della propria fragilità come necessario punto di partenza per superarla, gli autori ci fanno riflettere su quanto il modo di leggere la nostra realtà sia influenzato dai nostri pensieri su di essa e dalla nostra fusione con essi. Questo per farti vedere come se impari a distaccarti dai pensieri disfunzionali e inizi ad approcciarti alle tue emozioni dolorose senza paura e con curiosità potrai vivere davvero il tuo presente dandogli un senso.

Per vivere il presente è necessario imparare a so-stare nella propria vita con consapevolezza attimo dopo attimo, lasciando scorrere i pensieri senza legarsi ad essi e permettendo anche alle emozioni più “fastidiose” di essere così come sono. E tutto questo si condensa in una parola: accettazione.

Accettazione non è un essere sottomessi passivamente ad un destino che non pensiamo di potere o dovere cambiare: in realtà, significa accettare con responsabilità e senso di grande potere personale anche quello che sul momento ci fa stare male. Con la fiducia, più o meno forte, nel fatto che riusciremo ad adattarci il meglio possibile alla nostra realtà.

Con la consapevolezza che se soffriamo è anche perché teniamo a quella specifica cosa che abbiamo perso o che non riusciamo a raggiungere. Quindi, detta in altre parole, se senti uno “scarto” tra la realtà che vivi e quella che vorresti significa anche che ci sono delle cose per te importanti e che, quindi, hai dei significati dentro di te.

E se non riesci ad identificarli in maniera precisa puoi iniziare a chiederti in cosa credi e cosa rende la tua vita significativa, per poi agire di conseguenza. Agire significa mettere le “mani in pasta”, decidere di trasformare un tuo valore personale in un comportamento concreto: questo passaggio è molto importante perché getta un ponte tra ciò che è solo pensiero astratto e ciò che è vita vissuta.

Perché quello che, infine, arriva anche dalle varie testimonianze personali presenti nel libro è proprio questo: vita vissuta e “abbracciata” in toto, nella pienezza ma anche nella prova.  

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

 

1. Se soffri vuol dire anche che ci  tieni.   

 

Primo aspetto che mi porto dentro dalla lettura del testo è il fatto che è possibile cambiare prospettiva anche rispetto a tutto quello che pensiamo sia solo fonte di emozioni spiacevoli o di stress.

Sarà capitato anche a te di guardare una situazione problematica solo nei termini di ciò che ti toglie o dei “danni” che ti procura: allora, magari, inizi a rimuginare o a piangerti addosso per quello che ti è successo, alimentando in questo modo ancora di più il tuo dolore.

Hai mai riflettuto sul fatto che se un qualcosa ti fa soffrire vuol dire anche che quel qualcosa incarna un dato valore per te? Se non ti importasse nulla probabilmente non soffriresti nemmeno, ti torna? Questo per dirti che se provi a guardare anche l’altra faccia della medaglia potresti iniziare a leggere le cose in maniera diversa e, pian piano, a ritrovare la forza giusta per farvi fronte.

Non dico che in questo modo il dolore scompare, non è questo l’obiettivo di questa riflessione: dico solo che se hai perso qualcosa o le cose non sono andate come volevi puoi imparare da tutto questo cosa è davvero importante per te e trovare delle modalità alternative per seguire ciò in cui credi e che ti anima, anche se può essere fonte di dolore.

 

2. Impara a “lasciare andare”.

 

Altra verità che reputo importante per rispondere il meglio possibile alle “prove” della vita è proprio quella del “lasciare andare”. Se, per esempio, sei arrabbiata/o e continui a ripeterti quanto sei stata/o ferita/o e quanto chi ti ha ferito è stato scorretto con te non vai avanti. Resti ancorata/o a pensieri negativi su di te e/o sugli altri che, alla lunga, potrebbero non esserti utili.

Lasciare andare vuol dire prendere i propri pensieri per quello che sono, cioè semplici pensieri e non dati di realtà inconfutabili. In questo modo li riconosci e li noti, ma non ti fondi con essi e ti puoi sentire meno “appesantita/o” dal carico della tua vita.

Lo stesso vale per le tue emozioni: non ci sono emozioni giuste ed emozioni sbagliate, o emozioni positive ed emozioni negative, l’ho detto diverse volte. Quello che c’è è un insieme di reazioni interne che ti vogliono passare un messaggio ben preciso. E se tu impari ad ascoltarle e fare loro spazio dentro di te, a prescindere dal fatto che ti stiano simpatiche o meno, sarai poi in grado di mitigarle.

Tutto questo per darti la possibilità di sperimentare la cosa più importante di tutte: il tuo presente. Siamo per natura portati a stare o sul passato o sul futuro, perdendo completamente di vista quello che stiamo vivendo ora, quindi non vivendo davvero. Recuperare questa importante dimensione della tua vita, che poi è l’unica davvero “esistente”, ti aiuterà a non sprecare la tua vita inseguendo un passato già passato o un futuro che ancora non esiste.

 

3. Guarda la vita come un privilegio.

 

Un po’ in linea con il punto precedente, è “lasciando andare” e traendo il massimo dal tuo presente che riesci davvero a rendere la tua vita significativa.

Quante volte hai perso tempo a rimuginare su tutto quello che non avevi o che era andato storto senza vedere anche ciò che avevi o che era andato per il verso giusto?

Tutti tendiamo a vedere le cose in negativo, sempre focalizzati sulla mancanza e mai sulla presenza: se ti focalizzi solo sul raggiungimento di ciò che ancora non hai non sarai mai appagata/o. Resterai in balia di un “altrove” e un “poi” che non arriverà mai, perché raggiunto un traguardo ne troverai subito un altro da raggiungere.

E, allora, che fare? Impara a ringraziare per quello che hai già, a vedere la tua vita come una grazia che ti è stata data. E questo non ha nulla a che vedere con discorsi di religione e simili: apprezza il tuo presente e ogni singola cosa che il tuo presente ti dà, anche se non riesci subito a vederla in termini positivi. Solo così potrai vivere con una direzione e uno scopo, dando valore a ciò che vivi e generando anche valore per gli altri.

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

“In questo modo, a poco a poco, momento per momento, la vita può passare senza che noi siamo veramente presenti a essa. Preoccupati come siamo di arrivare sempre da qualche altra parte, non siamo quasi mai dove ci troviamo effettivamente e non prestiamo quasi mai attenzione a ciò che si sta effettivamente manifestando in questo momento. Immaginiamo che saremo felici soltanto quando arriveremo in qualche altro luogo, ovunque esso sia e quando ciò potrà mai avvenire. A quel punto avremo “tempo per rilassarci”. Così rimandiamo la nostra felicità, piuttosto che aprirci alla qualità dell’esperienza che stiamo facendo proprio in questo momento”.

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.