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Liber-ando "Il potere delle abitudini"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Libro che avuto grande successo qualche anno fa, “Il potere delle abitudini” è a mio avviso un testo da leggere.

E’ da leggere perché, a prescindere che tu sia interessato alla psicologia o meno, riesce a darti una panoramica molto precisa e approfondita su cosa sono le abitudini e come funzionano.

Infatti, non mi sento di definirlo un testo per gli addetti ai lavori, in quanto assomiglia più ad un saggio divulgativo che può interessare anche chi non ha mai letto di psicologia e vuole, in qualche modo, conoscersi meglio.

Questo perché le abitudini, come abbiamo già visto nel post precedente, fanno parte della vita di ognuno di noi: perciò, se impari a capire come funzionano puoi anche intervenire su di esse per migliorarti.

Nel testo sono presenti innumerevoli citazioni di diverse ricerche su questo tema, oltre che molti esempi pratici per farti capire nel concreto di cosa si sta parlando. E la cosa ancora più interessante è che l’autore (Charles Duhigg) cala il discorso sull’abitudine sia a livello individuale che collettivo e societario, proprio per farti vedere come il meccanismo che sta alla base di alcune routine sia universale.

Se proprio devo trovarci una pecca, secondo me forse ci sono dei riferimenti troppo specifici legati al mondo americano, quindi a volte chi legge può sentirsi “lontano” da certi contesti o esempi. Ma, se riesci a trasportare nella tua vita i meccanismi che si evincono dagli esempi citati, puoi davvero imparare qualcosa di utile e nuovo per la tua crescita personale.

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

 

1. Il valore della consapevolezza.

 

In realtà questo per me è un ri-apprendimento: tanto più impari a conoscerti e capire come funzioni meno sarai in balia del “caso”, e avrai la sensazione di poter intervenire nella tua vita per cambiare le cose.

Il testo ti dà proprio degli spunti molto concreti per provare a mettere alla prova il circuito dell’abitudine nel tuo quotidiano, e non ti rimane che provare ad applicarli a tua volta calandoli nella tua realtà.

 

2. E’ essenziale scoprire il tuo grande perché.

 

Un aspetto che arriva in maniera molto chiara dalla lettura del testo è proprio il fatto che per cambiare una data routine comportamentale bisogna andare a focalizzare l’attenzione sulla gratificazione che si vuole ottenere, sul bisogno che si vuole soddisfare.

Perché, se non hai un bisogno da soddisfare, molto probabilmente non sarai spinta/o ad una data azione. E, se vuoi sentirti gratificata/o per mezzo di una specifica routine, significa che hai una visione ben precisa di chi sei e cosa vuoi.

Tradotto questo vuol dire che la molla alla base delle tue abitudini è il significato che quel dato comportamento assume per te, alla luce delle gratificazioni che ti permette di perseguire.

 

3. Il coraggio di provare e riprovare.

 

Questa lettura mi ha lasciato una sorta di “carica positiva”, nel senso che trasmette un po’ la sensazione che, lavorandoci su, anche quelle “cattive” abitudini che magari reputiamo immodificabili o difficili da estirpare possono, invece, essere sostituite con delle altre più funzionali.

Mi ha colpito in positivo proprio l’approccio che viene adottato a riguardo: non si parla di accanirsi contro un’abitudine che non ci piace per farla fuori, ma si sottolinea come possa essere più facile andarla semplicemente a sostituire. Quindi, non lotta dura contro qualcosa, ma accoglienza e, semmai, aggiunta di nuove risorse magari mai immaginate prima.

 

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

 

“Ma l’aspetto importante non era Dio, pensarono gli studiosi. Era il fatto di crederci. Quando gli alcolisti imparavano a credere in qualcosa, quella abilità coinvolgeva pure altre parti della loro vita, finchè arrivavano a credere nella possibilità di un cambiamento. Credere era l’ingrediente che trasformava un circolo dell’abitudine rielaborato in un comportamento permanente”

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.