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Liber-ando "Il cuore saggio"

Uno sguardo sui libri che aiutano a "liberare" il tuo potenziale


Il testo di cui voglio parlarti oggi ci racconta cos’è il Buddhismo. E lo fa dalla viva voce di uno dei maestri spirituali più conosciuti del nostro tempo che, però, è anche laureato in psicologia clinica.

L’intento del libro, infatti, è proprio quello di “gettare dei ponti” tra il mondo della psicologia e quello di questa religione così particolare.

Attraverso diversi esempi tratti sia dalla sua esperienza che da quella di altre Persone, Kornfield ci permette di entrare dentro la filosofia buddhista traendone, però, anche degli insegnamenti utili per l’uomo occidentale dei nostri giorni.

Nel libro sono presenti anche molti accenni alla psicologia e al fatto che molti degli aspetti della psicologia buddhista sono davvero molto simili a quelli della teoria psicologica occidentale attuale.

Un testo utile sia per chi si approccia per la prima volta a questa filosofia e vuole conoscerla meglio, sia per chi è più interessato a trovare dei punti di dialogo e di contatto tra questa forma di religione e la psicologia in genere, intesa come strumento di crescita personale.

Oltre alle esperienze dirette, nel libro sono presenti diversi “insegnamenti” tratti dal buddhismo, che vengono numerati e spiegati, accompagnandoli anche con degli spunti di meditazioni sui vari temi trattati.

 

 

 

3 COSE CHE HO IMPARATO LEGGENDO QUESTO LIBRO

 

 

 

1. Parlare la lingua dell’accoglienza.

 

Un insegnamento molto importante che deriva dal Buddhismo e che può essere molto utile per il nostro vivere quotidiano è quello di imparare ad accogliere tutta la sfera della nostra esperienza così com’è.

Vivendo siamo immersi in una miriade di pensieri, sensazioni, percezioni, emozioni, relazioni che sono a volte fonte di piacere e gioia, altre di profondo dolore. Il Buddhismo ci ricorda l’importanza di guardare alla nostra vita, sia nei suoi momenti belli che in quelli meno belli, senza giudicare e senza pretendere di voler per forza cambiare le cose.

Certo, se soffriamo è molto difficile riuscire ad accogliere quella sofferenza e “passarci attraverso” ma, come ci spiega anche il mondo della psicologia, non puoi migliorare e cambiare te stessa/o se non guardi in faccia le tue ferite.

Un riapprendimento, quindi, e un invito ad abbracciare tutta la nostra esistenza ed esperienza così com’è, senza se e senza ma. Solo così, infatti, potremo dire di aver vissuto a pieno.

 

 

2. L’importanza del “lasciare andare” e di non fare resistenza.

 

In linea con il punto precedente, la filosofia buddhista ci insegna a non legarci ai nostri pensieri e alle nostre emozioni, ma di farle scorrere davanti ai nostri occhi senza attaccarci ad essi.

Questo approccio è molto collegato alla meditazione, che è poi uno dei punti cardine del buddhismo: quando meditiamo, infatti, impariamo a notare tutto quello che accade dentro e fuori di noi, senza però lasciarci trasportare da esso.

E la logica del non fare resistenza va sempre in questa direzione: è inutile opporsi al dolore, ai pensieri negativi o alle emozioni disregolate delle quali spesso ci sentiamo vittime impotenti. Più facciamo resistenza per non sentire delle cose, più queste cose intervengono prepotentemente nella nostra vita.

L’atteggiamento “zen” che, appunto, puoi respirare se sei a contatto con un monaco buddhista deriva proprio dalla sua capacità di non opporre alcuna resistenza alle esperienze interiori senza, però, colludere nello stesso tempo con esse.

 

 

3. Il benessere è un processo, non un punto di arrivo.

 

Il Buddhismo insiste tanto sulla pace interiore, l’equilibrio, l’assenza di desiderio o la mancanza di qualsiasi forma di attaccamento alle cose o alle Persone. E se, da un lato, questo approccio potrebbe essere davvero il “segreto” della felicità, dall’altro è un qualcosa di non automatico.

Arrivare alla pace interiore, al non farsi toccare da niente, al massimo grado di equilibrio è possibilissimo, ma richiede un esercizio continuo.

Ecco perchè l’ultimo insegnamento che traggo da questa lettura è proprio la fiducia nel duro lavoro: non puoi ottenere nessun risultato senza fatica, impegno e dedizione. Non puoi arrivare a nessuna consapevolezza se non eserciti la pazienza e l’ascolto costante di te.

Tutto questo, però, non ci deve far concepire uno stato di equilibrio e benessere come un punto di arrivo, ma come un percorso: l’equilibrio è una conquista giornaliera che noti momento dopo momento, non un traguardo che una volta raggiunto si esaurisce lì.

 

 

 

 

 

CITAZIONE PREFERITA

 

“La via mediana ci invita a trovare la pace dovunque siamo, qui ed ora. Possiamo trovare presenza mentale e libertà proprio in mezzo alle gioie e ai dispiaceri, a condizione di non afferrare la vita con avidità né opporle resistenza. Seguire la via mediana ci rende integri; impariamo ad acquietare la mente e a vedere le cose con saggezza”

 

 

 

 

 

 

 

 

Un caldo benvenuto a chi è approdato per caso su questa pagina e a chi ci è arrivato di proposito, insieme ad un grosso arrivederci a chi vorrà tornare a trovarmi.